Grotte di Castro: operazione dei Carabinieri contro lo sfruttamento del lavoro. Arrestati due imprenditori


I Carabinieri della Stazione di Grotte di Casto con la collaborazione del personale appartenente al Nucleo Ispettorato del Lavoro di Viterbo hanno tratto in arresto nella flagranza di reato due imprenditori di nazionalità rumena, titolari di ditte individuali con sede a Grotte di Castro impegnate nel settore dei lavori forestali, poiché responsabili del reato previsto dall’art. 603 bis C.P. (Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro).

Si tratta dei primi arresti compiuti nella provincia di Viterbo dalle Forze di Polizia da quando è stata introdotta la nuova normativa prevista dalla L. 29.10.2016 nr. 199, entrata in vigore il 4.11.2016.

I militari eseguivano l’accesso in tre distinti luoghi di lavoro situati in zone boschive di Canino, Grotte di Castro e Marta ove riscontravano complessivamente la presenza in totale di 10 lavoratori intenti nell’attività di taglio della legna.

L’attività di indagine eseguita dai carabinieri consentiva di accertare che otto operai, tutti di nazionalità rumena, dipendenti dei due citati imprenditori, di cui sei non assunti regolarmente, lavoravano tutta la settimana, 10 ore al giorno, omettendo di indossare i dispositivi di protezione previsti dal Dlgs 81/2008 (Testo Unico in materia di sicurezza sul lavoro).

Pertanto veniva ravvisata di concerto con la Procura della Repubblica di Viterbo la responsabilità dei datori di lavoro in ordine al nuovo articolo 603 bis del C.P.. Nello specifico gli operai venivano colti in una condizione di sfruttamento del lavoro per la violazione della normativa relativa all’orario di lavoro impostato su dieci ore al giorno, in alcuni casi tutti i giorni della settimana compresa la domenica, senza garantire i turni di riposo; veniva accertata una situazione di grave pericolo per i lavoratori poiché senza indossare i dispositivi di protezione individuali adoperavano strumentazione altamente pericolosa come trattori, seghe verticali, un trattore con braccio a ragno, motoseghe e strumenti acuminati. Infine gli imprenditori non avevano provveduto alla regolare assunzione di 6 dipendenti, tre per ogni ditta, così come rilevato dagli accertamenti effettuati attraverso la banca dati delle comunicazioni di assunzioni.

Gli arrestati, come disposto dalla Procura di Viterbo, venivano sottoposti al regime degli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida. Per i fatti in questione l’Ispettorato del Lavoro ha emesso i provvedimenti di sospensione delle due attività imprenditoriali ai sensi dell’art.14 comma 1 del D. Lgs 81/2008 (Testo Unico in materia di sicurezza sul lavoro).

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