Dottoressa violentata a Trecastagni, l’Ordine dei medici pretende rispetto delle norme di sicurezza


MESSINA – Il vicesegretario nazionale FIMMG e presidente dell’Ordine Giacomo Caudo interviene sull’accaduto e chiede l’applicazione dell’art. 8bis del decreto regionale contro gli atti di violenza nelle aziende sanitarie —

 

 

MESSINA (19 set) – “Un episodio gravissimo e intollerabile, un atto feroce e inqualificabile nei confronti della nostra professione che merita attenzione e una verifica immediata delle condizioni di sicurezza in cui ogni giorno, e ogni notte, centinaia di medici lavorano a loro rischio e pericolo”: è il commento a caldo di Giacomo Caudo, vicesegretario nazionale della FIMMG (Federazione medici di medicina generale), componente comitato centrale della FNOMCeO (Federazione che riunisce gli Ordine dei medici italiani) e presidente dell’Ordine messinese, che interviene con estrema chiarezza sull’accaduto della scorsa notte a Trecastagni, in provincia di Catania, dove la dottoressa di turno della Guardia medica è stata violentata da un 26enne, già arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Acireale.

“Si tratta dell’ennesimo atto di violenza che vede vittima un medico – prosegue Caudo – e proprio nel catanese, a Nicolosi, già nel febbraio del 2016, avevamo assistito ad un sequestro con lesioni in un’altra Guardia medica. La settimana scorsa altro caso a Pavia. Urge un severo e puntuale controllo delle condizioni di sicurezza e del rispetto delle norme previste dalla legislazione recente soprattutto regionale; è l’unico strumento per tutelare la nostra professione, i medici che svolgono turni di notte, e in particolare le donne, più vulnerabili ai fatti di cronaca così brutali, in grado di segnare a vita una persona. Spesso inoltre casi di questo genere non vengono denunciati per paura o per vergogna”.

In particolare l’art. 8bis del decreto regionale “Accordo regionale di continuità assistenziale”, del 6 ottobre 2010, prevede l’obbligo delle aziende sanitarie provinciali di garantire la sicurezza del personale rispetto a possibili episodi di violenza. Era prevista una ricognizione sullo stato delle postazioni adibite a sedi di Guardia medica nell’ottica dell’adeguamento alle norme vigenti. Le misure minime di sicurezza da adottare sono: sistemi diretti di allerta con le forze dell’ordine e sistemi di allarme sonoro; illuminazione efficiente, soprattutto all’ingresso delle sedi; videocitofoni e sistemi di videosorveglianza con registrazione atti a riconoscere chi si trova all’esterno; porte antisfondamento; grate alle finestre.

Secondo una prima ricostruzione, il giovane, un operaio originario di Santa Venerina con piccoli precedenti penali, sarebbe entrato nella guardia medica del paese nel catanese intorno alle 2 di notte con la scusa di farsi curare; dopo aver ricevuto le terapie, è andato in escandescenze, danneggiando arredi della stanza, e ha poi sequestrato e violentato la dottoressa in servizio. Un passante , sentendo urla di donna provenire dalla sede, ha avvisato i Carabinieri, intervenuti subito. Il medico, che sarebbe riuscita a fuggire, è stata soccorsa da militari dell’Arma che hanno fatto irruzione nella sala e arrestato il ragazzo ancora seminudo: un’inchiesta della Procura di Catania è stata aperta. La donna è ricoverata per accertamenti di rito nell’ospedale di Acireale.

Intanto il segretario nazionale Continuità assistenziale FIMMG, Tommasa Maio, ha chiesto al ministro della Salute Beatrice Lorenzin l’invio di ispettori all’ASP di Catania per controllare le condizioni di sicurezza.

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