Smog, il vero killer è l’essere umano


Salvino Cavallaro – In questi giorni di smog e di aria inquinata, il nord Italia, ma soprattutto la città di Torino, è balzata all’attenzione delle cronache per aver superato di gran lunga il livello di guardia delle polveri sottili presenti nell’aria. Un problema annoso cui non si è mai dato troppo peso. Troppa superficialità su questo tema che investe il presente e il futuro del mondo. L’unione, nella consapevolezza che soltanto così si possa studiare con efficacia come prevenire l’accumulo di smog e di aria inquinata, viene sostituito con la dispersiva disgregazione che è di marca politica. Comuni e Regioni sono sotto il mirino delle accuse; gli uni contro gli altri per diverso colore politico. E’ un continuo respingersi le accuse tra quell’alzare dei toni che è tipico di un’eterna campagna elettorale, mentre l’umanità soffre, s’ammala e muore. Torino come Pechino. L’aria stagnante e putrida di questi giorni che aleggia sul cielo della città sabauda, fa pensare all’eterno inquinamento atmosferico cui la Cina sembra ormai essersi assuefatta. Ma non ci può essere assuefazione a tale scempio che rientra nello sconfinato egoismo umano, in cui emerge sempre l’incauta mancanza di rispetto verso la natura e i cambiamenti climatici. “Evitare di aprire porte e finestre, non fare attività fisica all’aperto e limitazione della circolazione delle auto diesel euro 5” – E’ l’invito della sindaca Chiara Appendino con successiva ordinanza del divieto delle auto di cui sopra, dopo che la concentrazione di Pm10 è schizzata a 114 microgrammi al metro cubo, ben oltre il doppio del limite che è di 50. Ma Torino, per la sua particolare conformazione geografica che la vede circondata da montagne e colline che ne limitano la circolazione dell’aria, è la città che tra quelle padane è maggiormente soggetta all’accumulo d’aria infetta. Ma il punto da focalizzare non è tanto questo, quanto la perdita di tempo prezioso per prevenirne le cause e combatterle sul nascere per il bene comune. In questi giorni di veleni che si depositano nei nostri polmoni, negli ortaggi e nella frutta che poi mangiamo, più d’una riflessione ci assale come sfiduciante segnale di non speranza verso il genere umano, cui apparteniamo. Troppi summit da parte delle grandi potenze mondiali, ci hanno messo in guardia sui cambiamenti climatici e sulla nostra collettiva responsabilità sull’intasamento di aria infetta, attraverso un’educazione culturale e un processo di forma mentis che dovrebbe permetterci di prevenire l’irreparabile autodistruzione. E invece, con regolare cadenza di avvilenti situazioni come quella attuale, ci limitiamo ad alleviare con decreti comunali legati alla politica di turno, un male che resta combattuto in superficie senza mai andare alla sua radice. Ma siamo tutti noi i veri responsabili di questo killer chiamato smog, che in fondo ci appartiene per aver ignorato nel tempo le basilari regole del rispetto verso quella natura che significa futuro del mondo.

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