Noemi è nata


Suona il telefono: “Noemi è nata”. Il cuore resta calmo, e anche la mente. Si sapeva tutto da tempo, di lei. Da qualche settimana anche il giorno della nascita. Approssimativamente, anche l’ora. Diurna, naturalmente. Sì, perché col parto cesareo si possono stabilire anche i minuti dello “sfratto” del nascituro da quel micro-paradiso che è il seno materno. Lo accoglie subito la “sterilizzata” Sala parto. Sterilizzati sono pure i sentimenti dell’equipe medica.

Non c’è posto per la levatrice buontempona che distrae la partoriente con le sue barzellette più o meno attinenti con la circostanza, e neppure per la mamma o per la suocera, ansiose che tutto vada bene, e curiose di conoscere subito il sesso della nuova creatura.

Mia mamma ha vissuto l’esperienza del parto per otto volte, sempre nella stessa stanza. Prima di lei miliardi di altre mamme avevano partorito “con dolore” i loro figli. L’evento non riguardava la sovraffollata sanità pubblica. Ora invece è diventato “Cosa Sua”, della Sanità pigliatutto. I figli non nascono più nel nido esclusivo che i genitori preparavano con amorevole trepidazione. Escono in serie dalle sale parto di lontani ospedali. Confusione anche anagrafica per il bambino diventato adulto. A chi lo crede palermitano perché nato a Palermo, dovrà chiarire l’equivoco. Anche parole sprecate, nella babele della modernità.

Niente più ansiosa curiosità. Oggi possiamo sapere in anticipo tante cose che prima erano solo nella conoscenza di Dio. Questo ci fa sentire emancipati, uomini adulti, quasi arbitri dei nostri destini.

Facciamo bene a pensarlo. I piani di Dio (se c’è!) sono falliti. Egli aveva fatto sapere ad Eva: ”Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli.” (Genesi: 3, 6)

Ad Adamo disse: “… maledetto sia il suolo per causa tua. Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita”. (Genesi 3: 19)

Non più dolori di parto, e neppure pane con sudore della fronte. Giorno dopo giorno, aggiustiamo a modo nostro le cose, rosicchiando potestà a Colui che tutto ha creato. Siamo dèi anche noi. Però è strano: ogni volta che Gli strappiamo un brevetto, un tocco di autorità, un acconto anticipato di godimenti, un frammento di mistero, invece di sentire accresciuta la nostra felicità, la sentiamo diminuita. Strano davvero.

Antonio Dovico

5 luglio ’09

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