Antonio Dovico – Al Gr1del mattino del 24 maggio scorso, ho ascoltato la voce di Stefano Parsi, figlio di Massimo, testimone “pentito” decisivo al processo per la strage della stazione di Bologna.
Stefano ha affermato che il proprio padre in quel processo aveva sempre mentito.
La notizia agitò le inquietudini che per tanti anni erano rimaste assopite dentro di me. Non avevo mai creduto che i condannati fossero colpevoli di quel misfatto L’ammissione di Stefano Parsi mi è sembrato un inconfondibile segno della forza trionfante della Verità.
Un sentimento di gioia mi pervase, e pensavo che in tutti gli altri si fosse prodotto lo stesso effetto. Dovetti ricredermi.
Nella tarda mattinata, incontrandomi con un amico, col quale solitamente facciamo lunghe conversazioni su temi esistenziali, si disse turbato per una notizia sconvolgente, che aveva ascoltato alla radio. Si trattava proprio della medesima notizia: è superfluo dirlo.
. Ma, ecco il bello della varietà di pensiero di cui gli uomini siamo capaci. A sconvolgere il mio amico era stato un altro aspetto della notizia: l’accusa di mendacità del figlio verso il padre.
“Onora il padre e la madre”. È il IV comandamento. Forse nel mio amico, anche se non credente, è affiorato il ricordo del catechismo appreso da fanciullo, e avrà provato orrore per il disonore postumo che il figlio riversava sul padre.
Lo stesso fatto; due effetti oppostii sulle coscienze. È giusta la mia gioia, o l’indignazione del mio amico? Il padre rappresenta l’autorità, la figura guida della piccola famiglia umana. Ma fuori dell’ambito familiare la prerogativa di padre lascia il posto a quella di cittadino, individuo che insieme ad altri va a costituire la società. Per analogia: una famiglia allargata, con regole idonee allo svolgimento di una vita sociale disciplinata e tranquilla per tutti. Se le regole sono improntate alla giustizia, rispettate e fatte rispettare, una società è felice.
Il figlio che accusa il padre di mendacio, non è un figlio degenere; piuttosto è un probo cittadino. La sua finalità non è l’oltraggio al padre, ma l’ossequio alla Verità..La verità è balsamo per i calunniati, è la più sacra delle idealità, è la massima fattezza che ci assimila a Dio.
Infatti: “Io sono la Via, la Verità, la Vita”, risponde Gesù a Tommaso. E, a Filippo che voleva mostrato il Padre: “da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?” Gv. 14: 6,9 .
Onora il padre e la madre: giusto. Ma dare onore e gloria al padre celeste, signore della Verità, è ancora meglio.
Il suo corpo è stato soppresso, ma non la sua vita. Allora Gesù è Vita. Aveva detto che sarebbe resuscitato. È avvenuto: quindi è Verità. Se è Verità e Vita, è anche Via. L’unica che conviene seguire, perché è Via divina. Riconosciamolo: percorso scomodo inaccettabile, con quella offerta spaventevole della croce. Però non è ingannevole come le comode vie che additano gli uomini.
Dall’alba dell’umanità si gioca la partita tra la Menzogna e la Verità . La prima mossa, a tradimento, la fa sempre l’Invidioso. La contromossa arriva magari in ritardo e inattesa, ma arriva, e non importa di chi siano le dita che muovono la pedina. Certamente sono dita che sanano ferite, e che disperdono le tenebre e riportano la Luce.