Il Festival di Sanremo si chiude con un tocco di raffinatezza


Salvino Cavallaro – Al Teatro Ariston di Sanremo si chiude il sipario del 68esimo Festival della canzone italiana. Ha vinto la canzone “Non mi avete fatto niente” cantata dal duo Ermal Meta e Fabrizio Moro che hanno preceduto il complesso de Lo Stato Sociale e Annalisa che si è classificata al terzo posto. Ma questi sono semplici dettagli che pur soddisfacendo la curiosità degli amanti del festival, non rendono a pieno la qualità di una kermesse musicale creata in funzione della qualità. Sì, proprio qualità di tutto; dai testi delle canzoni, alla musica, alle sceneggiature, alla splendida e attenta regia televisiva ma, soprattutto, alla certosina attenzione nell’essere minuziosamente precisi a ogni cosa si sia materializzata sul quel palco dell’’Ariston, che a detta di tutti produce tanta magia e grandi emozioni. E il grande merito va al Direttore Artistico (dittatore per scherzo) Claudio Baglioni. La risposta a tutto questo è stata data dall’Italia televisiva che con il 58,3% di share, ha sentenziato l’eccezionale gradimento di questa edizione del festival targato Baglioni – Hunziker – Favino. Canzoni, musica e tanto altro, in una kermesse elegante che ha fatto molta attenzione a non abbandonarsi alla quantità di tutto ciò che è stato programmato, ma con accuratezza di particolari ha cercato di dare una impronta di raffinatezza anche a quelle cose che apparentemente potrebbero sembrare trascurabili. Una commistione perfetta tra antica cultura legata all’immagine di un festival National Popolare e la capacità di fornire un prodotto che, senza dimenticare il primario significato di una kermesse che si basa sulle canzoni, sulla musica e sui cantanti, ha saputo coinvolgere il pubblico attraverso lunghi momenti di divertimento artistico e riflessioni culturali. Su tutti, l’Italia del festival di Sanremo ha apprezzato la preparazione artistica e culturale di Pierfrancesco Favino. Non ce ne vogliano Baglioni e la Hunziker, dei quali abbiamo apprezzato ciò che ci aspettavamo da loro, se di Favino diciamo che è stato la vera rivelazione di questo festival. E’ vero, l’attore romano di origini pugliesi ha saputo meravigliare la gente che lo conosceva poco, ma anche coloro i quali di lui ne hanno apprezzato la qualità artistica fin dai primi anni della sua carriera. Chiamato da Baglioni a fare da presentatore di canzoni assieme alla Hunziker, Pierfrancesco Favino ha deliziato con la sua simpatia, la mimica, l’intrattenimento e l’ospitalità che ha condiviso assieme a Baglioni verso i vari personaggi invitati sul palco dell’Ariston. Nell’ultima serata del festival, ha poi raggiunto l’apice dei consensi durante un monologo che ha saputo emozionare il pubblico e anche lui stesso che ha manifestato le lacrime nei suoi occhi. Niente musica, il palco al buio e soltanto un fascio di luce che si pone su di lui, che seduto spalle alla platea comincia il suo monologo. Il brano si intitola “La notte poco prima della foresta” del drammaturgo francese Bernard – Maria Koltès racconta la storia di un giovane straniero che si intrattiene con uno sconosciuto per raccontare il suo mondo. Una periferia senza lavoro, dove piove sempre e ci si sente estranei, esclusi da tutti. Ma questo monologo ha saputo incidere anche e soprattutto sui sentimenti, capaci di toccare le corde di quell’amore che emerge proprio dall’umano sfogo di un giovane straniero, il quale si confida a cuore aperto con uno sconosciuto. Ecco,ci sembra davvero che il monologo di Favino abbia sintetizzato il magistrale messaggio di quanto l’immaginazione di momenti di vita che creano emozioni, siano così vicini alla musica e ai testi delle canzoni, capaci di creare anch’esse emozioni per essere testimoni del tempo vissuto. E allora viva Sanremo e viva il suo festival, il quale ci fa vivere momenti intensi di emozioni che raccontano la vita.

 

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