ELEZIONI POLITICHE 2018. DI MAIO? ORA PENSA ALLE ALLEANZE…ANCHE SE NON SI FIDA


La parte più difficile per la formazione del nuovo Governo, se nascerà, è di là da venire, ma già, come spesso accade in questi casi, tutti cercano di tirare l’acqua al proprio mulino con il centro-destra che rivendica l’incarico in base ai voti che ha avuto la coalizione e i grillini che pretendono, come primo partito, di ricevere la nomination di Presidente del Consiglio dal Capo dello Stato Mattarella, che così è preso tra due fuochi, anche se ha dichiarato che non è detto che il partito che ha preso più voti possa avere in automatico la chiamata.

La legge che regola le elezioni politiche, il “rosatellum”, prevede le coalizioni e quindi una coalizione equivale ad un partito “solitario” (come il 5 Stelle) nel senso che si contano i voti di tutti i partiti coalizzati (e questo conta ai fini della nomination). Se così non fosse la legge dovrebbe essere del tutto riformata e si tornerebbe al proporzionale puro dove comanda il partito che prende più preferenze e si sceglie altri partiti come alleati per la governance vera e propria. Ricordiamo i tempi del pentapartito che per anni ha portato avanti il Paese.

La furbata di Di Maio, o chi per esso, nel presentare la lista dei ministri anzitempo, rimane quindi una vera e propria forzatura; dicasi di chi si butta avanti per non cadere. Come la solita tiritera che ammannisce ogni momento asserendo che il suo partito è nazionale e non territoriale, come se gli altri della coalizione di centro destra che ha vinto le elezioni lo fossero.

Da qui a cercare alleanze perchè a Di Maio mancano 80 parlamentari alla Camera e di più al Senato per poter governare, mentre al centro destra solo 50, il passo è breve e smentisce in un soffio tutta la filosofia dell’M5S di non volersi alleare con nessuno. In politica, le alleanze sono il sale e l’anima per poter andare avanti perchè il Governo poi deve rappresentare un po’ tutti gli italiani. Da qui una delle tante ingenuità che attanagliano un partito nato e cresciuto molto in fretta e che ancora non ha esperienze e maturità sufficienti per guidare l’Italia in un contesto internazionale.

La patata bollente è ora nelle mani di Mattarella che da ottimo giurista è capace di dirimere la matassa, che non è semplice, ma che può essere dipanata “per convenienza del Paese e per evitare nuove elezioni dannose per tutti”.

La rigidità dimostrata nell’arco della vita del Movimento è tale da divenire ora più che mai incomprensibile e quelle idee potevano valere per stare all’opposizione. Al Governo le carte cambiano e finalmente cominciano a capirlo se si vocifera che Di Maio pensa ad alleanze col Pd, anche favorendo l’elezione del Presidente della Camera coi suoi voti.

Com’è dura la realtà, il Movimento si sta sciogliendo finalmente in favore della parola alleati perchè ha capito che governare il Paese da soli è una pura sciocchezza che non tiene conto delle infinite realtà che esprime l’Italia. O è una carenza assoluta di democrazia o è semplicemente l’illusione di poter fare da soli. E da soli non si va da nessuna parte.

Ora, il 23 marzo si eleggeranno i Presidenti di Camera e Senato e lì vedremo come andrà a finire; e si coglieranno intrinsecamente le alleanze e il raggiungimento dei primi compromessi.

La battaglia sarà la più dura della storia del nostro Paese poiché se prima c’era il bipolarismo ora siamo al tripolarismo e i voti si dividono equamente per tre perchè non tutti la pensano come i grillini, e quelli che restano fuori in Parlamento faranno opposizione su tutto.

Quindi un altro mito sfatato: non fare alleanze o coalizioni, oltre a quello degli impresentabili (negli altri partiti) quando abbiamo visto che anche tra loro ce ne sono, eccome! E quando governeranno? Saranno più esposti ed avranno diversi avvisi di garanzia come sta avvenendo nei Comuni ove ci sono loro sindaci. Con buona pace per tutti e i loro triti e ritriti giustizialismi, come quelli di mani pulite che hanno fatto il loro lavoro a senso unico, guardando solo nella direzione voluta da meri interessi politici guarda caso proprio nel momento in cui ci fu il crollo del comunismo dell’ex Urss.

Articoli simili