I buoni sentimenti emersi dopo la morte di Fabrizio Frizzi


Salvino Cavallaro – Le lunghe code e le interviste televisive fatte alla gente comune venuta da tutta Italia per rendere omaggio alla salma di Fabrizio Frizzi nella camera ardente allestita presso la sede Rai di Roma, mi ha fatto riflettere su quanto sia ancora insito il sentimento della bontà che è capace di infiltrarsi nell’anima di tutti. Troppe volte davvero, in questo mondo che ci induce alla fretta e alla graduale perdita di certi sentimenti di purezza interiore, mi sono accorto quanto desiderio ci sia di persone perbene che sappiano essere da esempio agli altri. In un quotidiano fatto di violenza e inimmaginabili cattiverie che fanno sempre capo all’uomo, anche noi che siamo responsabili dell’informazione, ci lasciamo andare al pensiero qualunquistico che il bene non faccia più notizia, mentre il male attizza sempre la curiosità morbosa dell’opinione pubblica. Ma la morte di Fabrizio Frizzi mi ha lasciato qualcosa dentro che mi esorta ancora a continuare a scrivere e credere su ciò che ho sempre pensato e che in certi momenti di oscurantismo generale mi ha fatto perdere di vista. Quel bagno di folla, quella lunga coda ordinata che sa di profondo popolare cordoglio per la morte di Frizzi, quegli automobilisti e motociclisti che ho visto sostare anche solo per un attimo di raccoglimento, si sono immedesimati in quel sorriso di un conduttore unico e capace di sdrammatizzare portando allegria nelle nostre case. E’ l’omaggio che arriva dalla strada, da quella strada che è fulcro popolare di anime desiderose di buoni sentimenti e che si ribella a chi li offende tacciandoli sempre di “buonismo”, di “ipocrisia” e di “sdolcinata retorica”. No, perché c’è chi ha detto di essere lì a rendere omaggio a chi ha lasciato l’eredità di quella bontà d’animo che non muore mai, che resta il motore della vita. Davvero la figura di Fabrizio Frizzi è stata capace di risvegliare certi sentimenti sopiti o quasi nascosti nella profondità di tutti noi che siamo stanchi del male, delle uccisioni, dell’odio e che ora più che mai abbiamo bisogno di un mondo diverso. E allora mi sono rivisto lì, tra quella gente che la pensa proprio come me, con lo stesso spirito e lo stesso idem sentire che pensavo perso, ma che invece, grazie a quel sorriso di speranza e a quell’esempio di umanità profonda che ci ha lasciato Fabrizio Frizzi, mi dà la carica per continuare a credere. Sono emozioni, sono momenti di riflessione che danno un senso alla vita.

 

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