Appello al ministro Giulia Grillo contro la pubblicità scorretta in sanità: urge controllo preventivo


Petizione dei presidenti di “CAO c’è” che dicono “No al mercato della salute” – 

Si chiede un ritorno alla normativa che prevedeva l’autorizzazione –

per i messaggi commerciali in sanità e non una verifica a posteriori –

MESSINA (3 lug) – Dentisti che diventano commercianti, che vendono una pulizia dentale o un impianto come fossero elettrodomestici o pubblicizzano la loro attività professionale come se fosse un negozio: una dura presa di posizione quella che emerge dalla petizione dell’associazione “Cao c’è”, che riunisce presidenti di albo dei dentisti da tutta Italia, pronti ad appellarsi al neo ministro della Salute Giulia Grillo per ritornare alla precedente normativa. Oggi infatti è previsto solo un controllo ex post sui messaggi pubblicitari in odontoiatria, e in generale nella sanità, sia per le prestazioni individuali che per quelle associative o societarie. E da qui il fioccare in questi anni di spot di ogni tipo, anche molto noti e con l’ausilio di testimonial famosi, con grande investimento di mezzi e visibilità mediatica: una mercificazione che non deve trovare giustificazione nella legislazione, che impoverisce eticamente i medici .”Non bisogna trasformare i pazienti in clienti”, scrive Cao c’è.

Visite gratuite proposte per “piani di cure e preventivi”; terapie offerte via mail, senza aver mai visto il paziente; attività che a volte addirittura viene svolta da  figure non legittimate all’esercizio della professione odontoiatrica.

Si auspica un ritorno al controllo preventivo (previsto dalla legge n.175/92, in parte vigente) esercitato dall’Ordine professionale di competenza: al contrario, oggi la cosiddetta legge Bersani 248 del 2006 e il d.p.r. 137 del 2012 dettano semplicemente alcune regole e parametri cui attenersi (criteri di veridicità e trasparenza, funzionalità, non equivocità, non ingannevolezza o denigratorietà), oggi applicati secondo il decreto sulla libera concorrenza 124 del 2017 anche a società commerciali. Ed ecco che si può intervenire solo a posteriori e, spesso, passa molto tempo e il diritto alla salute del cittadino è già compromesso, praticamente quando il danno è fatto e non più riparabile: emblematico un caso in cui l’AGCOM è intervenuta addirittura dopo sette anni, contro la pubblicizzazione della terapia del cancro con il bicarbonato. Il governo spagnolo ha approvato una normativa per vietare offerte e tariffe scontate: è ora che anche l’Italia faccia un passo in avanti, anzi paradossalmente indietro… alla vecchia legge, il cui chiaro principio ispiratore è la tutela della salute dei nostri cittadini.

 

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