La Polizia di Stato di Agrigento e Palermo, unitamente agli investigatori del Servizio Centrale Operativo, hanno eseguito un´ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, nei confronti di 3 uomini ed una donna per associazione a delinquere di tipo mafioso, e di favoreggiamento personale aggravato dall´avere agevolato l´attività di Cosa Nostra agrigentina. Ad un soggetto, che è stato raggiunto dal provvedimento presso il reparto detenuti dell´Ospedale “Civico” di Palermo, ove è attualmente ristretto, è stato contestato il reato associazione per delinquere di tipo mafioso. Il capomafia sambucese, che ha fatto parte della cerchia ristretta dei soggetti in contatto con il latitante trapanese Matteo Messina Denaro, era stato tratto in arresto lo scorso 28 ottobre in esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso a suo carico dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. L´ordinanza giunge a completamento di un´articolata attività di indagine iniziata nel 2015 in territorio agrigentino, che ha consentito di ricostruire gli interessi criminali del soggetto e la responsabilità dei suoi sodali. Ad uno degli arrestati è stato contestato di aver diretto il mandamento mafioso di Sambuca di Sicilia, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva per commettere delitti contro l´incolumità individuale, la libertà personale ed il patrimonio, per acquisire la gestione ed il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti, per intervenire sulle istituzioni e sulla pubblica amministrazione. Il medesimo avrebbe impartito direttive attraverso la costante partecipazione a riunioni ed incontri con gli altri associati e presieduto a tutte le relative attività ed affari illeciti, curando la gestione delle interferenze nella realizzazione delle opere oggetto di appalti ed opere pubbliche, nonché assicurando il collegando con altre articolazioni territoriali di Cosa Nostra. Nella gestione delle dinamiche associative, ha potuto contare sull´apporto degli altri 3 soggetti, particolarmente attivi nel coadiuvare il capomafia, che lo avrebbero aiutato ad eludere le indagini, salvaguardandone gli spostamenti e la comunicazione. Inoltre, quest´ultimo avrebbe “bonificato” l´autovettura utilizzata per accompagnare il capomafia e gli avrebbe offerto copertura prima, durante e dopo un incontro riservato. Dopo la cattura i tre soggetti sono stati condotti presso la Questura di Agrigento e, espletate le formalità di rito, sono stati associati alla locale Casa Circondariale.
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