Tra avvocatura, magistratura e stampa


Salvino Cavallaro – Ci sono tematiche come quelle legate al rapporto tra cronaca giudiziaria e mondo mediatico, che da sempre sembrano essere di difficile soluzione. E allora ci si chiede se esiste realmente un antidoto in base al quale si riesca a non accettare passivamente un’informazione che spesso non è conforme ai fatti di cronaca giudiziaria. Ciascuno con il proprio punto di vista, ciascuno con le proprie legittime ragioni, ma sempre comunemente d’accordo in difesa del sacrosanto diritto d’informazione, che in un Paese libero e democratico deve rappresentare il punto di partenza. Il tesoro della pluralità di pensiero che, tuttavia, deve tenere conto delle regole dettate dall’etica e dalla deontologia professionale, confrontandosi sempre per offrire un’informazione corretta e quindi attendibile. E’ l’eterno punto d’incontro – scontro tra avvocatura, magistratura e stampa. La delicatezza del tema ha portato negli anni a organizzare molte tavole rotonde, proprio per sensibilizzare la stampa a maneggiare con la dovuta cura le notizie riguardanti la cronaca giudiziaria. Critiche spesso legate a un corporativismo apparentemente sorretto da barriere invalicabili, ma che poi si traduce in incontri che vogliono essere costruttivi pur nel difficile rapporto tra le diverse professioni. Alla luce di quanto detto e nel tentativo di migliorare un tema che periodicamente si pone sotto i riflettori, ci piace segnalare l’interessante dibattito avvenuto in questi giorni a Viterbo dal titolo: “Cronaca giudiziaria e gogna mediatica”. All’incontro moderato dalla giornalista Rai e caporedattrice del Tg1 Grazia Graziadei, sono intervenuti il magistrato Massimiliano Siddi (sostituto procuratore di Viterbo), l’avvocato penalista Fabio Viglione ( del foro di Roma), Natale Fusaro (un criminologo e docente universitario) e Giorgio Renzetti (giornalista del Messaggero). Il focus del dibattito è stato subito affrontato con molta chiarezza di idee, specialmente quando si è toccato il punto cruciale delle criticità sul sistema di comunicazione riguardante le cronache processuali relative alle anomalie su sentenze “anticipate”, che investono persone cui è stato dato un avviso di garanzia. Si è parlato di divulgazione di notizie deformate, talora anche nel tentativo di spettacolarizzare ciò che invece dovrebbe essere trattato con la dovuta delicatezza. E’ inutile dire che l’argomento ha portato a momenti di vivaci e intense discussioni. Tuttavia, pur nelle prevedibili contraddizioni venute alla luce dal dibattito, riteniamo che sia positivo sviluppare periodicamente certi incontri che hanno il fine di migliorare i rapporti spesso posti agli antipodi tra professioni che hanno bisogno di chiarirsi reciprocamente, nel tentativo di ridurre quell’atavico gap del quale ci si ricorda soltanto ciclicamente. Lavorare per migliorarsi è un fatto di cultura sociale. Mettere al centro la propria coscienza professionale, é semplicemente un dovere.

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