IPOTESI DISSESTO FINANZIARIO PER LA CITTÀ METROPOLITANA DI MESSINA. LA CISL FUNZIONE PUBBLICA CHIEDE L’IMMEDIATA SOSPENSIONE DELLE PROCEDURE E LA CONVOCAZIONE DI UN TAVOLO DI CONFRONTO


19 dicembre ’18 – L’ipotesi di una imminente dichiarazione di dissesto finanziario per la Città Metropolitana preoccupa la Cisl Funzione Pubblica di Messina. «La fretta è cattiva consigliera», scrivono il reggente della Federazione provinciale, il segretario nazionale Gigi Caracausi ed i rappresentanti Rsu a Palazzo dei Leoni Giovanni Coledi, Giovanni Lentini e Carmelo Maggioloti che lanciano un invito al confronto al sindaco metropolitano. La preoccupazione nasce dall’ipotesi che la delibera di dissesto finanziario sia in elaborazione. «Serve un tavolo di confronto tra tutti gli interessati per trovare le soluzioni che scongiurino il default perché è evidente che sulle ex Provincie siciliane si è registrato disinteresse da parte dei governi nazionali e regionali – continuano -. Questo Ente sta morendo non per gli sprechi o per incapacità gestionale, ma per la sottovalutazione del Governo nazionale che attraverso il prelievo forzoso mantenuto solo per le provincie siciliane ha determinato gli squilibri di bilancio e di quello Regionale che non ha avuto la capacità di riorganizzare servizi e funzioni proprie e delegate degli enti intermedi recuperando le risorse necessarie per le svolgere tutte attività proprie e aggiuntive garantite e mai finanziate».

La Cisl Funzione Pubblica è convinta che l’Ente metropolitano, destinatario di importanti e finanziariamente consistenti competenze in ambito programmatorio e gestionale come Masterplan e Patto, «può e deve continuare a svolgere un ruolo istituzionale di coordinamento dei servizi sovraccomunali in materia di viabilità, tutela del territorio, trasporti, scuole e vigilanza».

Gli effetti che il dissesto finanziario determinerebbe sarebbero drammaticamente pagati dalle famiglie del territorio messinese:

1) riduzione della dotazione organica, con conseguente messa in disponibilità di 200/300 dipendenti;

2) impossibilità di procedere alla stabilizzazione di 95 precari;

3) riduzione dei servizi erogati alla comunità;

4) aumento dei rischi legati alla sicurezza del territorio (mancata manutenzione strade

provinciali e scuole di 2° grado, mancata realizzazione e manutenzione di opere di messa in sicurezza con aumento del rischio idrogeologico).

«Chiediamo al Sindaco Metropolitano – aggiungono – di valutare, per la delicatezza della vicenda, la sospensione di qualsiasi procedura e la convocazione urgente di un tavolo di confronto come avvenuto al Comune di Messina».

Il sindacato rivolge un appello anche alla Deputazione nazionale e regionale: «Che faccia la sua parte prodigandosi per il bene del proprio territorio, facendosi carico di recuperare le risorse necessarie per riallineare il bilancio e tornare ad essere un Ente intermedio capace di dare risposte alla collettività metropolitana e garantire i livelli occupazionali esistenti».

 

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