PRECARI DEI COMUNI IN DISSESTO, LA GIUNTA MUSUMECI APPROVA IL DISEGNO DI LEGGE PER IL LORO TRANSITO NELLA RESAIS SPA


Milazzo è uno degli Enti in default dove oltre un centinaio di precari storici contrattisti sono nella condizione di dover chiedere, con apposita istanza indirizzata al Comune, il loro passaggio nell’area transitoria entro il 30 giugno prossimo.

 

Una buona notizia per molti precari contrattisti di Milazzo e di altri Comuni della Sicilia in dissesto (in totale sono 2764). In atto dal primo gennaio di quest’anno questi dipendenti sono stati prorogati nell’incarico fino al 31 dicembre 2019 . In particolare, a Milazzo non tutti i 164 precari risultano inseriti nel Piano di fabbisogno del personale approvato dalla Giunta Formica. Tale piano prevede appena una trentina di trasformazioni di contratti a tempo indeterminato dopo una selezione per concorso e dunque resterebbero fuori dalla stabilizzazione ben 134 contrattisti.

La novità è rappresentata proprio dal disegno di legge approvato alcuni giorni fa dalla Giunta Musumeci che reca “Disposizioni in materia di personale di Enti locali collegata alla legge di stabilità regionale”. L’art. 4 prevede espressamente che i lavoratori titolari di contratto a tempo determinato in servizio presso gli Enti in dissesto, possono fare richiesta, entro il 30 giugno prossimo, all’Amministrazione in cui prestano servizio di transitare “in apposita area speciale transitoria ad esaurimento istituita presso la Resais spa”, società che entro 180 giorni deve concludere le procedure per la presa in carico dei dipendenti transitati. Dal primo gennaio 2020 si concretizza dunque il passaggio anche se – lo dice la norma stessa – il personale assunto è utilizzato prioritariamente presso gli enti di originaria provenienza e conserva comunque il diritto alla riserva dei posti nell’ipotesi di avvio delle procedure di stabilizzazione da parte degli enti di originaria assegnazione. Le somme verranno assegnate dalla Regione alla Resais anziché ai Comuni e il datore di lavoro sarà la stessa Regione e non più l’Ente di provenienza. Non ci saranno ulteriori oneri economici a carico della Regione. L’obiettivo è quello di evitare che i Comuni in dissesto, a causa del ridimensionamento della loro pianta organica, non possano stabilizzare tutti i precari storici con circa 30 anni di servizio, né concedere loro altre proroghe.

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