“Buon Compleanno Pippo”, tributo televisivo alla carriera di Pippo Baudo


  • Salvino Cavallaro –

Pippo Baudo con il suo programma “Buon compleanno…..Pippo” ha conquistato 4.201.000 spettatori italiani, pari al 22.9% di share. Non un risultato da poco per il presentatore che ha festeggiato i suoi 83 anni di vita e i 60 di splendida carriera. Un bel traguardo per Pippo Baudo, il quale si è mostrato grato di tanta attenzione da parte di molti ospiti illustri venuti a celebrarlo tra lacrime di commozione e dimostrazione di affetto vero. Ma è soprattutto la gente comune che è ancora devota a questo personaggio diventato nel tempo uno dei maggiori rappresentanti della Rai. Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo, nasce a Militello Val di Catania il 7 giugno 1936. Di lui si dice che il giorno prima della seduta di laurea, si fosse recato ad Erice per presentare il concorso di bellezza “Miss Sicilia” e poi ripartire all’alba su un camioncino, sdraiato tra le cassette di frutta e verdura, arrivando a Catania appena in tempo per conseguire la Laurea in Giurisprudenza nel 1959. Una bella storia, quella di Pippo Baudo, che assume il tratto romantico di un’Italia in bianco e nero in cui i sogni dei giovani di allora si incrociavano al desiderio di cambiare vita per avere un futuro fatto soprattutto di certezze economiche e professionali. Così Pippo Baudo, dopo avere ottenuto la Laurea in Giurisprudenza che per suo volere non gli è valsa nel proseguire nella professione di avvocato, prende il treno e va a Roma. Già durante il viaggio pensa di recarsi in Via Teulada, in quegli studi Rai in cui cominciò il suo cammino artistico dopo molte difficoltà iniziali. Era il 1960, l’anno in cui l’Italia era abbagliata dal boom dell’industria, del lavoro sicuro nelle grandi città del nord affollate dall’emigrazione di tanti meridionali che lasciavano le loro terre per una vita migliore, per costruire il proprio futuro. Ma per Pippo la storia fu diversa, perché egli arrivava da una famiglia siciliana acculturata in una terra che tutto offriva meno che la realizzazione di sogni e ambizioni artistiche. Sì, perché Pippo Baudo andò a Roma proprio per questo motivo. Troppo era il suo desiderio di intraprendere un cammino artistico nell’ambito della Rai. Forse, all’inizio, non aveva ben chiaro quale ruolo artistico potesse essere più adatto a lui, che da sempre ama la musica e il canto. Così nel 1966 arriva il primo successo con “Settevoci”, il programma musicale in onda la domenica pomeriggio che è partito con l’intento di trasmettere solo sei puntate sperimentali. E invece quella trasmissione diventò la pista di lancio di Pippo Baudo, al quale gli fu poi assegnata la conduzione del Festival di Sanremo.

Era l’anno 1968 quando Baudo presentò forse il festival di Sanremo più difficile della sua storia, perché doveva superare il triste momento rappresentato dalla tragedia di Luigi Tenco, che l’anno prima si suicidò a Sanremo in circostanze misteriose. Ma Pippo Baudo superò la prova in maniera esemplare, tanto da dare all’evento musicale più importante del nostro Paese un’impronta personale che seppe protrarsi poi per tanti anni. Da qui il desiderio di crescere artisticamente e di lanciare voci nuove nell’ambito delle sette note italiane. Tanti furono quei “Ti ho inventato io” che è un po’ l’emblema della carriera di Baudo presentatore, musicista, compositore e scopritore di talenti. Quei giovani di allora che oggi, in occasione della bellissima festa organizzata dalla Rai per celebrare il suo compleanno e i 60 anni di carriera, hanno voluto essere presenti con lo spirito di chi sarà grato tutta la vita. E così, Fiorello, Jovanotti, Romina Power e Albano, Giorgia, Laura Pausini, Michelle Hunziker, Lorella Cuccarini, Gigi D’Alessio, Anna Tatangelo, Ficarra e Picone, Massimo Lopez e Tullio Solenghi e altri hanno onorato Pippo Baudo nel suo giorno dei revival, di un retrò che sa di presente, capace di scrivere pagine indelebili di arte musicale che ben s’interseca alla grande storia della Rai, l’azienda pubblica di Viale Mazzini in Roma che nel corso del programma è stata rappresentata dalla direttrice Teresa De Santis e dal presidente Marcello Foa. Dunque un tributo a Pippo Baudo, in un programma televisivo che è stato davvero meritevole di attenzione per una larga fetta d’Italia, capace di commuoversi per i ricordi di un passato che sarà sempre vivo nel raccontare la storia dello spettacolo e di un artista che si è legato indissolubilmente alla Rai.

Salvino Cavallaro

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