“La Marescialla”, tra ironia teatrale e riflessioni politiche


La Marescialla –

Salvino Cavallaro – Così scrivevamo un anno fa: ”Sono ormai tanti anni che seguiamo l’evolversi artistico della Compagnia Teatrale “Tabula Rasa” di Milazzo, e ogni volta riscontriamo grandi risultati non solo da parte dei due pilastri ormai storici che rispondono al nome di Giuseppe Cultrera e Gaetano Andriolo, ma anche di tutti gli altri componenti di questo gruppo”. Ebbene, ancora oggi, dopo i successi di “Una bugia tira l’altra”, “Cafè Chantant”, “I Promessi Sposi” e “Il Deputato”, si possono affermare le stesse cose dopo avere assistito alla commedia “La Marescialla”, due atti e un quadro di Rodolfo Cultrera con la regia di Giuseppe Pollicina. Un testo teatrale che si presenta con garbata ironia sull’esasperazione dell’apparire a tutti i costi, nascondendo l’importanza dell’essere. Agata Ragusi nella parte di Carla, Giuseppe Cultrera che recita nel ruolo di Gildo, Giusy Mirabile (Elvira), Giulia Andriolo (Claudia), Gaetano Andriolo (Calogero), Lidia Fiumara / Lucia Sottile in (Carmelina), si sono avvicendati sul palco dell’Atrio del Carmine di Milazzo con rinnovata lena recitativa, nonostante i numerosi problemi di carattere economico e organizzativo che anno dopo anno questi ammirevoli dilettanti del teatro devono affrontare per allestire uno spettacolo degno di nota. E’ l’amarezza che traspare evidente dalle parole di Gaetano Andriolo, il quale alla fine dello spettacolo ha reso pubblica la difficoltà di potere andare avanti a proporre ogni iniziativa teatrale a Milazzo, per mancanza di sostegni economici e organizzativi. Anzi, con il presentarsi delle nuove Norme Nazionali sulla Sicurezza all’interno dei Teatri Italiani (anche quelli estivi che si svolgono all’aperto) e il dovere attenersi scrupolosamente nel rispettare tali regole, tutto si complica a dismisura per il non sostentamento economico da parte delle Istituzioni Locali che, a parer nostro, dovrebbero promuovere queste iniziative culturali da parte di privati che collaborano al miglioramento d’immagine ed incremento turistico della città di Milazzo. Per questo motivo ci sentiamo molto vicini al sentire di queste poche compagnie teatrali della città mamertina (citiamo anche la compagnia di Vincenzo Cannistrà), le quali non sono supportate ed esortate nella continuità generazionale, a progredire nell’interesse culturale della città. Giusto è rispettare le misure imposte dallo Stato, ma altrettanto meritevole di elogio sarebbe sollevare le fatiche economiche e burocratiche di privati che agiscono anche per apportare a Milazzo il loro contributo artistico di veri talenti, talora soffocati da situazioni davvero impossibili da sostenere. Diciamo questo per il bene di una Milazzo che pur investita da mille problemi di varia natura politica ed economica, deve scrollarsi di dosso quel senso di pericoloso abbandono, che significa sprofondare negli abissi di un’immagine deturpata e non più recuperabile. Dunque, confidiamo nel buon senso comune per una futura collaborazione tra le parti, che deve essere sostenuta per il bene di Milazzo e della sua gente. In fondo, aiutare la continuazione e la crescita culturale della città è un impegno politico che non può non essere preso in considerazione.

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