VENEZIA, ROMANTICA E IMPOSSIBILE


                                                                                      SALVINOCAVALLARORUBRICANUOVA Rubrica “Incontri”

                                                                                               A cura di Salvino Cavallaro

Le immagini che scorrono impietosamente in questi giorni, sono davvero apocalittiche. Venezia è in ginocchio a causa dell’acqua alta. Sono stati raggiunti 197 centimetri di acqua, ed era dal 1966 che non si verificava una situazione del genere. Il sindaco della città Dr. Brugnaro ha chiesto lo stato di calamità, anche in virtù del fatto che durante la notte il mal tempo e l’acqua alta hanno causato due vittime. Ma l’emergenza non è passata, perché oggi sono previsti ancora piogge e un aumento dell’acqua di circa 1 metro e 60 centimetri. Tutto il centro, a partire da Piazza San Marco, è sott’acqua. Case, bar, ristoranti e persino il teatro La Fenice non è stato risparmiato dall’afflusso dell’acqua che, pur non intaccando la struttura, ha invaso le aree di servizio rendendo inutilizzabile il sistema elettrico e quello antincendio. Ma anche la Basilica di San Marco ha subito gravi danni, essendo state intaccate opere di grande valore culturale. Ed è sempre la solita storia; una volta per le navi da crociera in transito, l’altra volta per la proverbiale acqua alta, Venezia è sempre sotto tiro, quasi fosse dimenticata nonostante la sua unicità che fa di questa romantica città italiana, l’orgoglio di questo nostro Paese alla deriva di tante, troppe cose che non vanno. Ma Venezia no, non si può lasciarla morire lentamente, non si può abbandonare al suo destino. E’ doveroso che la politica, le istituzione e in primis il Ministero dei Beni Culturali associato al Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, uniscano con urgenza le loro forze per trovare una soluzione atta a tutelare la città di Venezia, i suoi cittadini, le bellezze architettoniche e culturali di un luogo che, lo ripetiamo per l’ennesima volta, non può essere abbandonato al suo destino. Eppure sembra incredibile come la natura si accanisca contro Venezia, città triste e romantica, della quale ne abbiamo apprezzato negli anni un fascino antico che sa di dolcezza sentimentale e non di funeste tragedie. Venezia è una cartolina in bianco e nero che ci ricorda la gita in gondola e i sottopassi dei vari ponti e ponticelli che arricchiscono la città. E poi la nebbia che dà quel tocco di dolce malinconia della quale oggi ne sentiamo la mancanza, in un mondo sempre più irrequieto, violento e inondato da sentimenti sovranisti. Certo, di questo stato di cose che riguardano Venezia nel suo non essere salvaguardata come bene culturale del nostro Paese, non possiamo dare colpa soltanto al Governo in carica, ma alla politica in generale, ai Governi che sono passati nel tempo come barche sotto i ponti di questa straordinaria laguna che da sempre chiede aiuto. E allora si faccia finalmente qualcosa di concreto per la nostra Venezia che adoriamo in tutti i suoi angoli, in tutti i suoi affascinanti ponti, in tutto il suo essere città unica al mondo, che in maniera silente attende di essere liberata dall’incubo dell’acqua alta. Quella di ieri, di oggi, di domani.

Salvino Cavallaro

Articoli simili