Recensione dell’articolo “Tra unzioni, epidemie e processi di piazza”


Leggendo l’articolo intitolato “Tra unzioni, epidemie e processi di piazza” scritto dallAvv. Fabio Viglione e pubblicato da Siciliapress e Siciliaoggi.com, sono stato coinvolto in una sorta di riflessione riferita alla storia, che spesso si manifesta attraverso i suoi corsi e ricorsi. E’ la ruota della vita che quando sembra abbia esaurito il suo giro, ti accorgi che ne inizia subito un altro, riproponendo ciò che era avvenuto tanti anni prima in maniera riveduta e corretta dal trascorrere del tempo. E così, nel testo di Viglione, si evince chiaramente lo spirito descrittivo dell’autore che fa riflettere come questi terribili giorni di legittimo allarme per la salute in Italia e nel mondo, si raffiguri in tempi di pestilenze proposti in tanti classici della letteratura italiana, cui fanno capo Alessandro Manzoni con i suoi “Promessi Sposi” e Giovanni Boccaccio nel “Decameron”, tanto per citare alcuni poemi eccellenti. In entrambe le opere c’è il motivo conduttore dell’epidemia, degli untori e la dissoluzione di ogni forma di società o di rapporto civile, in cui vengono a mancare i rapporti umani e dove nessun medico è in grado di curare la malattia. Ma la concomitanza maggiore dei fatti avvenuti, così come ci fa notare Viglione nel suo articolo, è data dalla terribile epidemia esplosa intorno al 1630 nel Nord Italia, decimando la popolazione e infuriando con particolare virulenza nella città di Milano, che allora era il luogo più popoloso della regione. Dal mese di marzo (guarda caso) la peste iniziò a mietere vittime in ogni angolo di Milano, rendendo drammatica la situazione. La paura per il contagio che falcidiava vittime sempre più numerose, fece nascere nella moltitudine della popolazione tantissimi pregiudizi, i quali diedero inizio al diffondersi assurdo della credenza che alcuni uomini spargessero appositamente unguenti per propagare la peste. Erano personaggi immaginari che venivano catalogati con il nome di “untori”. Se vogliamo fare dunque un parallelo su ciò che è narrato dalla storia di quel tempo, ci accorgiamo come molti aspetti siano simili a ciò che stiamo vivendo oggi attraverso l’epidemia che sta sfociando in pandemia del virus Covid -19, più comunemente conosciuto come Coronavirus. Stesse sono le paure, uguali sono i timori d’ammalarsi di una malattia ancora sconosciuta, nonostante il naturale sviluppo apportato negli anni da parte della ricerca scientifica. E c’è poi un altro punto assai interessante che Fabio Viglione cita come saggio storico scritto da Alessandro Manzoni, legato al periodo in cui è ambientato “I promessi Sposi”, e cioè “La storia della colonna infame”. In questo testo il Manzoni racconta le vicissitudini e le terribili torture che Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora subirono dagli inquisitori dopo essere stati indagati come untori. E non è un caso, il riferimento di Viglione a una narrazione manzoniana in cui si evince lo svolgimento del processo legale in cui vengono smascherate le lacune e le ingiustizie degli inquisitori e dei magistrati nel condannare Piazza e Mora che erano innocenti. Chiaro il riferimento a tanti processi contemporanei in cui emergono spesso lacune nell’applicazione del Diritto Penale. Un tema molto caro all’Avv. Viglione, il quale è sempre attento alle problematiche inerenti la sua professione, che talora mette in atto attraverso la partecipazione attiva a convegni sul Diritto Penale. Possiamo dunque definire quest’articolo come una sorta di collegamento tra passato e presente in cui il naturale distinguo dei contesti sociali di un tempo, bene s’intersecano a ciò che stiamo vivendo nel mondo contemporaneo e, soprattutto, nell’Italia di oggi.

Salvino Cavallaro

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