Fine del lockdown, ma il rischio di contagio è dietro l’angolo. Ora dipende da noi


 – Il Premier Giuseppe Conte.

Portare sempre la mascherina, specie se si è in luoghi chiusi e strade affollate, mantenere le distanze di sicurezza, indossare i guanti e lavarsi sempre le mani. Assieme al lockdown sono stati i consigli, talora anche assillanti, che sono serviti a fare calare la curva epidemiologica nel nostro Paese, ma non a sconfiggere il covid -19. Da lunedì 18 maggio inizia una nuova fase che mette alla prova ancor di più il nostro cervello e il senso di civiltà, inteso come rispetto della comunità. “Stiamo affrontando un rischio calcolato, con la consapevolezza che la curva epidemiologica può tornare a salire. La vita e la salute dei cittadini restano valori non negoziabili ma dobbiamo declinarli diversamente, altrimenti non potremo mai ripartire fino al vaccino, cosa che non possiamo permetterci”, dice il Presidente Giuseppe Conte, che poi continua: “Abbiamo ultimato il Dpcm con le norme attuative, affrontiamo la fase 2 con la voglia di ricominciare ma con prudenza”. E’ la saggezza di questo nostro Governo moderato, che pur avendo fatto molti errori assieme alla Scienza Nazionale e all’OMS, nell’aver ritardato il grido d’allarme per il sopraggiungere di una pandemia che avrebbe rivoluzionato il destino del mondo, strada facendo ha cercato in qualche modo di riparare il riparabile. Tutto questo, naturalmente, in un mare di problemi derivanti da una situazione che ha messo in ginocchio la Sanità e l’Economia di un’Italia indebitata e già fragile sotto l’aspetto occupazionale, che non ha dato alcuna stabilità al Pil Nazionale.

Molte sono le critiche politiche mosse all’attuale Governo, tuttavia, pur con tutto il rispetto verso le motivazioni dei vari settori produttivi che hanno dovuto forzatamente chiudere la propria attività per due mesi, causando un generale aumento dell’indice di povertà, dobbiamo dire che il Presidente Conte si è trovato di fronte un Iceberg da scalare, impreparato com’era a un evento epocale che ha poi cambiato le sorti del mondo intero. Certo, sarebbe stato più opportuno anticipare il lockdown almeno di due settimane per avere un quadro epidemiologico più chiaro e soprattutto minimamente più gestibile dal punto di vista sanitario, delle strutture ospedaliere e delle sale di rianimazione che sono state prese d’assalto improvvisamente da casi gravissimi per mancanza di ossigeno. Da qui, l’improvvisazione di un’Italia che dal punto di vista sanitario si è lasciata andare, da troppi anni, a una deflagrazione strutturale del sistema medico che ne ha causato una voragine mai colmata nel tempo. Si sono chiesti troppi sacrifici economici da parte dello Stato e delle Regioni, che ne hanno peggiorato il sistema dimenticando il sacrosanto diritto alla salute del cittadino. Così, tra l’avanzare del sistema privato in cui soltanto le classi più abbienti potevano accedere, la sanità pubblica ha ridotto al lumicino la sua reale forza di un’efficienza persa nel tempo. Ma nel momento in cui è arrivata improvvisamente la tempesta di coronavirus, ecco che l’Italia della sanità pubblica è affondata terribilmente, rimpiangendo tutte le ristrettezze economiche e di personale medico, che è anche scaduto dal punto di vista professionale.

In questa terribile situazione, crediamo davvero che essere capitati a gestire le sorti di un Paese già flagellato da antichi malgoverni ed errori fatti nel tempo, sarebbe stato difficile per chiunque si fosse trovato nella posizione del Primo Ministro Conte, sia esso di colore politico di destra o sinistra, di movimenti nascenti e di altri possibili ciarlatani che con la lingua attraverserebbero persino il mondo. Una cosa ha insegnato il covid 19 all’Italia, quella di rimboccarsi le maniche e di procedere con ragionevolezza per il futuro delle generazioni che verranno. Le beghe e gli interessi politici ci saranno sempre, tuttavia, fatta esperienza di quanto è accaduto in quest’epoca che i nostri nipoti leggeranno un giorno sui libri di storia come fatti realmente accaduti, pensiamo che il mondo politico debba ravvedersi per ritrovare la via del dialogo, pur nelle rispettive posizioni di Potere, Maggioranza e Opposizione, ma con la convinzione che non sempre guadagnare qualche voto in più durante le elezioni, sia significativo del bene per il Paese. Sono gli uomini e la loro coscienza a unirsi per il bene comune. Il Covid 19 ha trasmesso questo messaggio. Si consideri che questo sia un bene prezioso da non sottovalutare. Riparta pure l’Italia dalle eterne fragilità, sociali, economiche e finanziarie, ma sappia ricavare dagli errori commessi in tanti anni, il punto fermo sul quale riflettere. Sempre!

Salvino Cavallaro

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