ROMA, CONFISCATI QUASI 11 MILIONI ALL’IMPRENDITORE DEZZI E FAMIGLIA: SPROPORZIONE TRA REDDITI DICHIARATI E QUELLI REALMENTE POSSEDUTI


Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito la confisca di beni per un valore di quasi 11 milioni di euro nei confronti dell’imprenditore DEZI Walter (classe 1958), di sua moglie BIGELLI Carla (classe 1962) e dei figli Federico (classe 1986) e Alessandro (classe 1988), all’esito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica capitolina. Accertata la netta sproporzione tra il patrimonio accumulato e i redditi dichiarati dai proposti, il Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione ha, dapprima, disposto il sequestro e, poi, la confisca di primo grado, confermata dalla Corte di Appello. Le investigazioni condotte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia EconomicoFinanziaria sono partite dall’approfondimento del profilo soggettivo dei membri del nucleo familiare, tutti coinvolti, a vario titolo, in una serie di procedimenti per bancarotte fraudolente e frodi fiscali. In particolare, è emerso come, attraverso l’interposizione di società sammarinesi, la famiglia DEZI abbia gestito imprese operanti nel settore del commercio all’ingrosso e delle vendite on line di prodotti tecnologici, distraendone il patrimonio anche mediante il trasferimento di ingenti fondi all’estero, prima di intestarle, in stato di decozione, a compiacenti “prestanome”. Tracciando i flussi finanziari, sono state ricostruite le ricchezze frutto dei proventi delle condotte delittuose, costituite da due ville a Fiano Romano (RM), due abitazioni in una località marittima in provincia di Teramo e ingenti disponibilità finanziarie su conti correnti: oltre 5 milioni di euro sono stati trovati e sequestrati nel 2014 presso un Istituto di crediti di San Marino, nonostante avessero cercato di celarne la titolarità ricorrendo allo “schermo” di una fiduciaria. Oltre agli immobili e alle somme di denaro, sono oggetto di confisca definitiva due autovetture e l’intero patrimonio di 3 società, che comprende anche il marchio DIUNAMAI, utilizzato per la vendita di prodotti elettronici. L’odierna attività testimonia il costante impegno della Procura della Repubblica, del Tribunale e della Guardia di Finanza di Roma nell’aggressione ai beni accumulati con i proventi di attività illecite.

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