In Europa, l’odio tra tifosi di Juve e Inter non ha fatto vincere nulla a nessuno


— Tifosi Inter.

Personalmente, prima da uomo e poi da giornalista, non tollero l’odio nel suo significato più profondo e in particolare in quello sportivo che da sempre si è creato tra tifosi della Juventus e quelli dell’Inter. Credo che non sia buonismo il mio, se dico che prevaricare i limiti dello sfottò tanto di moda nel calcio, sia un atto di pericoloso attentato al rapporto umano. Foto tifosi della Juventus Tifosi Juventus.

Scudetto tolto alla Juve e scudetto assegnato all’Inter dopo i fatti relativi a calciopoli, rigore non dato all’Inter per fallo in area di rigore di Juliano su Ronaldo, sono soltanto una piccola parte dell’odio che vive trasversalmente tra le due tifoserie di maggior spicco del calcio italiano. Un’esagerata voglia di “guerra” continua che emerge anche tra i quadri dirigenziali delle due società, che non produce mai nessun risultato di abbassare un odio radicato nel tempo e che non porta da nessuna parte se non all’autodistruzione. Già, l’autodistruzione. In occasione delle partite di Juventus e Inter disputate rispettivamente in Champions League e in Europa League, ho colto l’infausto sentimento di goduria da parte delle due rispettive tifoserie nel vedere sconfitte le proprie squadre. Prima la Juve, sconfitta dal Lione in Champions, ha creato estrema ilarità e grande felicità manifestata apertamente nei cuori nerazzurri, poi in occasione della finale di Europa League in cui l’Inter è stata sconfitta dal Siviglia, ecco la goduria dei tifosi bianconeri. Lo chiamate sfottò questo modo di fare? No, è puro odio che non porta da nessuna parte, tanto è vero che tutto questo tifare al contrario che si traduce in maligno sentimento di soddisfazione per le disgrazie altrui, alla fine ha coinvolto tutti nelle lacrime per non aver vinto nulla, essere stati estromessi dal calcio europeo, con il conseguente segnale che il calcio italiano si ferma sempre dinnanzi alle più accreditate forze calcistiche europee. I motivi devono essere ricercati da analisi approfondite che fanno capo alla logica tecnica, all’organizzazione di squadra, di società e non certo per le gufate maligne dell’una e l’altra fazione di tifosi. Risultato? Tutti rimasti a bocca asciutta senza nulla vincere, tutti i tifosi di Juve e Inter a compiacersi dell’insuccesso altrui, ma con l’egual sapore delle lacrime della sconfitta. E allora mi domando, quale astruso gusto diabolico possa esserci nel godere della sconfitta altrui, quando la tua squadra non ha vinto niente? E’ il sentimento radicato e precostituito tra Juve e Inter, due società e due tifoserie nemiche da sempre ma che alla fine del contendersi, sotto sotto dimostrano una certa voglia di emulazione nell’organizzazione societaria dal punto di vista tecnico. E così l’antico passaggio di calciatori dall’una all’altra sponda, vedi Anastasi – Boninsegna, per continuare con Causio, Tardelli, Cannavaro, Vieri, Baggio, Schillaci, Ibrahimovic, Hernanes, Felipe Melo, Cristiano Zanetti, Vieira, Asamoah e tanti altri allenatori da Trapattoni, Ranieri, Tardelli, Lippi, Gasperini, fino ad arrivare ad Antonio Conte con l’A.D. Marotta. E allora dove sta tutta questa antipatia se l’una cerca di copiare il modus operandi dell’altra? E non si dica che lo sfottò è il sale del calcio. Qui il pericoloso problema è da ricercarsi in un atteggiamento mentale precostituito nel tempo e alimentato da fatti talora creati per antipatie di pelle che per razionalità di base. Ma alla fine tutto questo augurare il male dell’altro, che vantaggio porta? Nessuno, soltanto lo squallore di compiacersi delle lacrime dell’altro, mentre tu? Piangi dopo, e non vinci nulla lo stesso!

Salvino Cavallaro

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