“Peppino immaginatelo come questi ragazzi del Cinema America, senza arrivare naturalmente al martirio e gli eccessi di crudeltà e ferocia. (…) Peppino era una persona che aveva voglia di fare, ma era anche un grande trascinatore. Quando lo ho interpretato ero poco più grande dell’età in cui è morto, ciò che mi ha colpito di più è stato il suo rapporto tra bellezza ed etica, esse si fondevano ed andavano a braccetto, ma soprattutto ciò che mi ha segnato è stata la sua la negazione dell’abitudine. Peppino ancora oggi, tramite la sua storia ed il suo ricordo, ci dice che non dobbiamo abituarci al mondo in cui viviamo, non dobbiamo mai perdere la capacità di indignarci, non possiamo dare per assodato che ciò che abbiamo è il migliore dei mondi possibili, perché anzi questo è il peggiore dei mondi possibili. Peppino lotta senza sosta dopo che ha trovato i suoi ideali e valori, questi diventano la sua natura, la sua essenza diventa così in breve tempo la capacità di ribellione, è un uomo in rivolta che mette al primo posto la capacità e volontà di dire di no. Il suo primo obiettivo è difendere i suoi valori fondamentali”. Lo ha detto Luigi Lo Cascio in occasione della presentazione di “I cento passi” all’interno dell’iniziativa “Lazio Senza Mafie” il Meeting promosso dall’Osservatorio per la Legalità e la Sicurezza della Regione Lazio in collaborazione con il Piccolo America.
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