Bolaffi, un nobile gesto che unisce e alimenta le relazioni


Salvino Cavallaro – Ci sono persone al mondo che sono capaci di fare il bene senza l’ausilio della pubblicità gratuita. Anzi, sono quasi gelosi della propria privacy al punto che, pur facendo gesti di alta nobiltà, preferiscono sempre passare nell’ombra. Un po’ come volere sentire soltanto intimamente una felicità interiore che non deve essere confusa con l’ostentazione di apparire ad ogni costo. E’ invece molto bello dare agli altri parlando intimamente con se stessi, con la propria anima e pochi intimi amici. E’ successo alla famiglia Bolaffi – di Filippo e Alberto – la casa torinese della filatelia che nel dicembre scorso, battendo all’asta la medaglia del Premio Nobel per la Letteratura – Salvatore Quasimodo – ha deciso di destinare le commissioni risultanti dalla vendita, al finanziamento di una borsa di studio per un corso di laurea triennale presso un ateneo milanese, a vantaggio dello studente più meritevole dell’Istituto Tecnico Economico “Antonio Maria Jaci” di Messina, lo stesso Istituto Scolastico frequentato dal grande poeta siciliano. La cerimonia, che si è tenuta presso il Teatro Vittorio Emanuele di Messina, è stato consegnato dall’attore siciliano Gianfranco Jannuzzo (membro della commissione giudicatrice assieme ad altri nomi illustri) alla studentessa Maura Montera, la quale si è aggiudicata il premio di 20 mila Euro assegnato dalla casa d’aste Bolaffi. Un gesto che ci fa riflettere per la bellezza di un bene spontaneo che non ama il clamore dei titoli a carattere cubitali. Ma c’è anche un altro aspetto che riempie d’orgoglio per la logica alquanto rara di un sentimento di relazioni culturali che unisce il Nord al Sud. Il Piemonte della Casa di Filatelia Bolaffi, infatti, ha abbracciato la cultura siciliana del Premio Nobel Quasimodo, in un gesto apprezzabile di generosità verso un’allieva che rappresenta il futuro di questa nostra Italia, che nei momenti di scoraggiamento ci fa quasi credere  di essersi disgregata nei suoi valori portanti. Ma l’unione di certi gesti simbolici che si riflettono in un sentire di amicizia comune, capace di inorgoglirci del patrimonio storico letterario del nostro Paese, non ha prezzo. E’ meraviglioso potere significare la “bellezza” di certi valori, soprattutto in periodi come questo, in cui il mondo sembra essere stato inghiottito dalla voragine del male, rifugiandosi nell’aberrante oscurità della morte. Fatti che il mondo contemporaneo tende a svilirci, facendoci perdere di vista la positività della vita come bene insostituibile da difendere a tutti i costi, anche attraverso l’unione d’intenti tra popoli di diversa razza e cultura. Sono sentimenti che oggi più che mai si ripropongono in maniera forte, in un presente che ha bisogno di costruire il futuro dei giovani riflettendo su ciò che ci ha insegnato la storia. Un passato fatto di guerre, di povertà, di morte, di momenti eversivi politicamente portati alla distruzione. Corsi e ricorsi storici che però hanno sempre dato ragione al pensiero filosofico dell’importanza della vita sulla morte. Ed è proprio partendo da questa riflessione sulla bellezza di vedere in positivo il progetto del nostro futuro, che vogliamo sottolineare il gesto di un premio consegnato alla studentessa Maura Montera, che va oltre il suo reale valore economico, ma che si interseca al sogno di una vita migliore fatta di relazioni che uniscono e che ci fanno sentire sempre più orgogliosi di essere persone. Ciascuno con la sua storia personale, con i suoi percorsi di vita, con le proprie radici culturali, con le gioie e le difficoltà che la vita ci presenta. Ma persone, prima di tutto. Questo ci lega!

 

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