Pedofilo arrestato dalla Polizia di Stato: proponeva sesso sadomasochista a minori in cambio di denaro e regali


L’uomo, classe ’67, biellese, adescava le minori su Facebook facendosi inizialmente passare per una ragazzina minorenne.

Una volta entrato in confidenza con le giovani vittime, il 49enne, disoccupato e che vive con il padre pensionato,  si palesava nella sua reale identità, e chiedeva di essere maltrattato sessualmente, promettendo loro in cambio denaro, sigarette, ricariche telefoniche e altri regali.

Proponendosi come loro “schiavo”, spingeva infatti le ragazzine ad umiliarlo e maltrattarlo, nella perversa ricerca di un piacere fisico,

Le indagini, condotte dal Compartimento Polposta Piemonte con il coordinamento del C.N.C.P.O. del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, si sono concluse con l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare da parte del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Torino, eseguita nei confronti dell’indagato dagli investigatori della Sezione di Biella.

Tutto è partito dalla denuncia dei genitori di una minore, i quali resisi conto della presenza di strane conversazioni sul profilo Facebook della figlia, hanno interessato il personale della Polizia Postale e delle Comunicazioni, che oltre ad acquisire elementi inconfutabili di responsabilità nei confronti dell’indagato, ha anche delineato le modalità di avvicinamento alla giovane vittima: il primo appuntamento era stato dato alla minore in un centro commerciale, mentre gli incontri sessuali avvenivano nelle campagne biellesi, bordo di una vecchia utilitaria o all’aperto tra la vegetazione, sotto un cavalcavia, in un posto che il pedofilo chiamava “La Galleria”. Lui si faceva trovare già svestito e legato, in attesa di subire i maltrattamenti sadomaso.

Ritenendo sin da subito che non si trattasse di un caso isolato, gli investigatori analizzavano il tenore delle conversazioni, e ricomponendo i contatti avvenuti in rete riuscivano a risalire ad altre minori già finite nelle mira del pedofilo, interrompendo l’attività dell’uomo prima che potesse avvicinarle.

L’accurata analisi tecnica sui cellulari e supporti informatici sequestrati all’indagato ha confermato le ipotesi accusatorie formulate nei confronti del 49/enne biellese,  che deve rispondere di sfruttamento della prostituzione minorile.

In un’epoca in cui l’uso delle tecnologie e dei social è sovente parte integrante dello sviluppo adolescenziale, la Polizia Postale e delle Comunicazioni investe nel campo della prevenzione uno sforzo pari se non addirittura superiore a quello dedicato al contrasto all’odioso fenomeno del grooming, o adescamento in rete, attraverso incontri formativi nelle scuole, oltre che con i diretti destinatari, anche con genitori ed insegnanti, che rappresentano il primo punto di riferimento nella loro crescita.

Proprio ieri, peraltro, presso la Scuola Superiore di Polizia, sono stati presentati i risultati e fatto il bilancio della campagna educativa itinerante Una Vita da Social, finalizzata a sensibilizzare i giovani sui rischi e i pericoli collegati all’uso della Rete.

Un progetto al passo con i tempi delle nuove generazioni, co-finanziato dalla Commissione Europea, che nel corso delle sue edizioni ha raccolto un consenso sempre crescente: da nord a sud, da est a ovest, utilizzando un truck multimediale allestito come un’aula didattica, gli specialisti della Polizia postale hanno incontrato oltre 1 milione di studenti sia nelle piazze che nelle scuole, più di 100 mila genitori e quasi 60 mila insegnanti in 150 città italiane. Anche la pagina facebook di Una vita da Social dedicata all’iniziativa ha raggiunto78 mila like e 12 milioni di utenti mensili.

 

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