Maledette scosse di terremoto che inibiscono la vita


Salvino Cavallaro – Perché…….perchè”. Quante volte in occasione di calamità naturali ci siamo fatti questa domanda. Interrogativi che spesso fanno vacillare la nostra fede religiosa, il nostro credere nella vita e il senso di essere venuti al mondo. Domande legittime che ci rattristano e ci commuovo alla visione di case distrutte, di polvere e macerie, di vite spezzate, di borghi, paesi e città in cui incredulità e paura fanno eco ad attimi di terrore dovuti ad un maledetto sisma che non si pone alcuno scrupolo di sorta. E’ la catastrofe che succede all’evento naturale che tutto spiana al suolo quando meno te lo aspetti, che tu dorma o sei sveglio. Uomini, donne, bambini e vecchi sotto le macerie, sotto case che sembrano fatte di cartone. Dimore che sono rifugio di quotidianità e illudono alla certezza di trovarsi al sicuro. Ad Amatrice, Accumoli, Pescara del Tronto, la vita scorreva serena e con il senso di sicurezza, lontani dal pensiero di cosa stava per accadere alle 3 e 48 di mercoledì 24 Agosto, un mattino presto in cui il sonno non induce a brutti pensieri. E invece è proprio lì, in quell’asso di tempo che si consuma la tragedia. La terra si scuote calcolando il sesto grado della scala Mercalli e poi propone a ripetizione le scosse di assestamento. Un film del terrore che invece è realtà. Tutto intorno è disperazione e paura. C’è chi fugge e c’è pure chi è rimasto sotto le macerie e ha trovato la morte. Al momento sono 247 i sepolti vivi, 190 nel Reatino e 57 nell’Ascolano, ma si tratta di un numero che molto probabilmente è destinato a crescere. 264 persone ferite e ricoverate negli ospedali della zona. Sotto le costruzioni crollate e la montagna di macerie, c’è ancora la speranza di trovare la vita. Intanto si apprende che alle ricerche lavorano 880 pompieri con 250 mezzi. 5400 uomini, tra forze dell’ordine e volontari sono impegnati nei soccorsi con un lavoro massacrante e instancabile. Sono tutti lì a dare una mano, nella speranza di cogliere ancora l’attimo per salvare delle vite umane. Ma il maledetto sisma è sempre in agguato, pronto a manifestare la sua presenza con movimenti sussultori e ondulatori, quasi non fosse ancora soddisfatto dell’immane tragedia procurata alla popolazione, a quella gente indifesa che nulla ha fatto di male per meritare tale fine aberrante. Ed ecco che viene ancora spontanea quella domanda che s’interseca tra la disperazione e le lacrime di dolore: “Perché tutto questo?”. Una domanda che continueremo a fare sempre, nonostante siamo perfettamente coscienti che non ci sia una risposta. Sono i dubbi amletici che evidenziano la vita stessa, un bene prezioso che qualche volta ci mette di fronte alla riflessione di quanto sia valso nascere.

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