- Foto Antonella Piccolo –
Salvino Cavallaro – Capita di andare a teatro con la curiosità di assistere a una bella commedia, ammirare gli attori principali, e poi ti accorgi di aver scoperto un talento che non ti aspettavi. Antonella Piccolo, la “governante” di un defunto e ricco signore, cui tutti ambiscono l’eredità nella commedia di Pierre Chesnot – “Alla faccia vostra” – è la piacevole scoperta di un teatro di alta scuola. Nata a Napoli nel quartiere Arenella, Antonella Piccolo ha dentro di sé quelle radici partenopee che sono la garanzia di alta scuola e antica tradizione artistica. Lei sa esprimere e trasmettere al pubblico le capacità di una recitazione che sa di preparazione, di ripetute e attente prove, ma anche di grande passione per un teatro che per lei significa sogno di un percorso lavorativo continuo, lodato e apprezzato dalle grandi compagnie teatrali, ma soprattutto dal pubblico. Da quell’applauso che è l’emblema e il riconoscimento alla serietà, alla fatica, ma anche alla consapevolezza di fare un lavoro che è sicuramente considerato un privilegio. “Fare un lavoro che ti piace, è la cosa più bella del mondo” – dice candidamente e con molta umiltà – questa interessante artista del teatro italiano, che si è presentata al grande pubblico già da qualche anno. E, in effetti, la curiosità che è capace di attrarre su di lei da parte degli spettatori, è la stessa che abbiamo provato noi nel volerla conoscere attraverso questa intervista che mette in luce tutta la sua legittima speranza per un futuro che si apre davanti a lei come il sipario dei teatri in cui ha recitato fino ad oggi. Quel sipario che si spalanca davanti a te e che sa di vita, di successo sognato e assaporato fin da piccola, quando era solita seguire le grandi commedie napoletane di Eduardo De Filippo e di Tina Pica, cui Antonella Piccolo si ispira con grande umiltà. Ma ascoltiamola, dunque, questa attrice che è stata capace di incuriosirci per la bravura e la sua brillantezza di recitazione.
A beneficio delle persone che non ti conoscono ancora, vogliamo dire chi è Antonella Piccolo?
“Ho cominciato a recitare una ventina di anni fa con la Compagnia di Luca De Filippo in uno spettacolo che si intitolava “Ogni anno, punto e a capo” di Edoardo De Filippo. Ricordo che è stato un esordio col botto, anche perché in quella commedia recitavano personaggi importanti come Vincenzo Salemme. Ho fatto la mia gavetta recitando testi meno importanti e personaggi di minore impatto che, tuttavia, sono serviti a crescere e fare esperienza. Poi ho recitato in vari spettacoli teatrali diretti dal regista Walter Manfrè, prima ancora di conoscere Debora Caprioglio, con la quale condivido un ottimo rapporto professionale e umano. Dunque, un percorso lavorativo che anno dopo anno si è intensificato all’insegna della sempre maggiore preparazione nel campo della commedia teatrale. E per chi come me viene dal nulla e ha fatto la sua gavetta, ti assicuro che non è poco.”
Come nasce la tua passione per la recitazione e il teatro?
“Ancora oggi i miei genitori mi guardano e dicono – “Mah! Chissà da dove è uscita questa” – . Una chiara espressione di chi si meraviglia ancora oggi, su come possa io avere amato questa professione fin da bambina. Pensa che a 14 anni, quando facevo le scuole medie, ero sempre la prima a offrirmi senza timidezza a interpretare qualsiasi parte mi venisse proposta. E’ il sacro fuoco del teatro e della recitazione, che arde in me fin da allora. Anche se mio padre non ne poteva più di sentirmi, per liberarsi da questo mio continuo desiderio di voler recitare, mi ha affidato a una compagnia di dilettanti che erano suoi amici.”
Ti abbiamo notata nella parte della governante, sia nella commedia “Lei è ricca la sposo e l’ammazzo”, che “Alla faccia vostra”. Quali differenze hai riscontrato nel recitare i due personaggi?
“Nella prima commedia che hai citato, ho sfruttato il fatto di essere napoletana e ho giocato molto su questo, mettendoci dentro anche qualche parola in dialetto. Diciamo che in quel personaggio ero una sorta di complice di Orazio. In – “Alla faccia Vostra” – invece, recito la parte di una governante che è contro i personaggi principali che aspirano all’eredità del cospicuo patrimonio lasciato dal mio padrone defunto. Pensa che a Torino, dopo lo spettacolo al teatro Alfieri, uno spettatore mi ha detto che gli ho ricordato la sua governante vera. Ecco, direi proprio che questo è stato un vero complimento, perché vuol dire che ci si può anche riconoscere in un personaggio che recitato sul palco, si rispecchia anche nella vita di tutti i giorni.”
Antonella, da quanti anni lavori con la compagnia di Gianfranco Jannuzzo?
“Questo è il secondo spettacolo che facciamo io e Debora, insieme a Gianfranco Jannuzzo. Sono due grandi artisti capaci di lasciarti molto spazio, senza il timore che gli venga tolto qualcosa, come succede spesso con altri attori.”
E’ vero che si respira aria di famiglia e si lavora con umiltà e grande senso di coesione?
“Sì, questo è vero! Gianfranco e Debora sono molto tranquilli nel lavoro. Di conseguenza, noi attori ne ricaviamo il prezioso modo di lavorare in un ambiente sereno e capace di esaltare le qualità di ognuno di noi. Personalmente, sono davvero molto contenta di condividere il senso di coesione e di appartenenza a una famiglia teatrale, che tiene molto alla continuità di un prodotto di assoluta qualità .”
Cosa si prova a sentirsi dire – BRAVA – da Gianfranco e Debora?
“E’ una grandissima soddisfazione, perché nulla è scontato nel nostro lavoro. Quando certe gratificazioni arrivano da parte del pubblico e dei grandi attori con cui condividi lo spettacolo……. Beh! Allora significa che hai lavorato proprio con impegno! Nulla nasce dal nulla.”
Quali sono le tue aspirazioni per l’immediato futuro?
“Quello di riuscire a fare questo lavoro, nonostante le mille difficoltà del nostro tempo. Fare teatro non è semplice, anche perché è problematico poter rinnovare di anno in anno i vari contratti di lavoro. Questo è un problema serio. Personalmente mi sento una privilegiata a fare un lavoro che mi piace, mentre altri, pur di lavorare, sono magari costretti a fare ciò che non piace per poter vivere degnamente.”
C’è un’attrice in particolare, cui ti ispiri?
“A me piace molto Tina Pica, perché era una caratterista particolare. Grande personaggio che ha dato la dimensione della grande arte esercitata al cinema ma anche in teatro. E poi, visto che sono napoletana, come dimenticare la grande Sophia Loren, Regina Bianchi, Pupella Maggio. Insomma, tutta quella fascia di artiste classiche napoletane, cui potersi ispirare e carpire magari il segreto di un lavoro meraviglioso che è la prosa e l’arte di recitare. Spesso guardo i film e le commedie in cui hanno recitato queste grandi artiste che sono il vanto dell’Italia. Beh, c’è tutto da imparare.”
Antonella, se ti dicessi che per la tua bravura di attrice, tra breve tempo ti sarà proposto un ruolo ancora più importante in qualche compagnia di prestigio come quella in cui già reciti. Tu, cosa mi risponderesti?
“Magari! Io ci sono! Sono qua ad aspettare.”