MILAZZO ED IL SERVIZIO SPAZZA ….. DA PAGARE


Edoardo Macrì – Come prima cosa, va detto che trattasi di una tassa che va pagata, perchè è il contributo del cittadino per un servizio resogli, anche se non soddisfacentemente. Detto questo, per avere un’idea completa, parto da molto lontano e cioè un pò prima del 2006, per poi proseguire negli anni.

Prima del 2006, il servizio in questione veniva assolto dai singoli Comuni, direttamente o attraverso ditte appaltanti. Poi si è detto che consociando alcuni Comuni vicini, si potesse risparmiare. Nasce così l’ATO ME 2, che incomincia ad usare delle proprie tariffe. Più del doppio di quelle precedenti, verosimilmente per compensare gli alti stipendi dei porta borse dei politici di turno, che si erano arroccati al vertice della Società.

Nasce così una certa organizzazione a difesa del cittadino che incomincia ad occuparsi della questione, invitando tutti i contribuenti a fare ricorso attraverso essa. Probabilmente anche per motivi elettorali. I ricorsi vanno a buon fine, per una sentenza emessa nei primi del novembre 2009 dal Consiglio di Giustizia Amministrativa delle nostra Regione. Ma anche per l’intervento della Commissione Tributaria Provinciale di Messina e magari anche del TAR. Che dichiarano l’illegittimità delle tariffe ATO ME 2. Richiamando in campo le vecchie tariffe TARSU. Con queste tariffe ufficiali, è risultato che, dal 2006 al 2009, molti contribuenti avevano pago più del dovuto. La cosa più strana è che chi non aveva pagato l’ha fatta franca. Mentre quelli che avevano pagato di più e non fatto ricorso, si son trovati nei guai, cercando di recuperare il di più pagato con le fatture 2006 e 2007. E si trovano tuttora inseguiti dai vari Enti di riscossione dell’ex ATO ME 2.

Nel 2010 all’ATO ME 2, andata in liquidazione, è subentrato, nel servizio in questione, il Comune di Milazzo, con degli appalti esterni, ma caricando sul Cittadino delle legittime tariffe, regolarmente approvate del Consiglio Comunale. Nasce anche adesso un’altro Comitato, politicamente opposto a quello precedente, che suggerisce ai contribuenti un ricorso contro queste tariffe, dando il consiglio di non pagare le fatture. Conseguentemente molti contribuenti pagano il dovuto, altri non lo pagano affatto e confidano su questo secondo Comitato. Altri ancora che cercano di recuperare sulle nuove fatture comunali il di più pagato all’ ATO ME 2, negli anni che vanno dal 2006 al 2009.

In gennaio, vale a dire nel mese in corso, tutti i contribuenti morosi ed alcuni anche no, ricevono l’avviso di accertamento, con ingiunzione al pagamento, delle fatture, che adesso, dopo diversi cambiamenti si chiama TARI ( Tassa Rifiuti ), fatture per il periodo 2010, 2011, 2013, 2014 e 2015. Mentre, a parete, ricevono quella del 2016.

Per gli arretrati 2010 e 2011, dovrebbe valere la prescrizione quinquennale e quindi sono anche non pagabili. Ma nasce anche per il 2011 qualche problema sulla decorrenza della prescrizione. Due pare siano le tendenze giurisprudenziali, a proposito della notifica degli avvisi di accertamento. Una che tende a dire che essa notifica avviene quando il postino te la consegna . L’altra che afferma invece che essa notifica avviene quando il Comune la consegna alla Posta. A parere di chi scrive, in questo secondo caso, dovrebbe valere il giorno in cui il postino, non trovando il destinatario a casa, se la riporta indietro. Quest’ultima sembrerebbe molto corretta, perchè alcuni contribuenti potrebbero giocare, in sentore del suo arrivo, all’assenteismo o aver lasciato definitivamente la propria abitazione.

In linea di massima, poichè le fatture del 2010 e 2011, obiettivamente, sono arrivate ai destinatari nel gennaio di questo mese, sicuramente quella del 2010 è prescritta, mentre per quella del 2011, il Comune ha messo la data del dicembre scorso, per tentare di incassare più possibile. Comunque è anch’essa prescritta.

In ogni caso, le fatture TARI, dal 2012 in poi vanno pagate. Il servizio , male o bene, è stato reso e quindi le queste fatture vanno pagate, checchè dica l’ultimo Comitato. Infatti, per chi scrive non ci sono elementi per un ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale di Messina. Gli unici contribuenti che possono salvare qualcosa sono quelli che hanno pagato l’ATO ME 2 in eccesso, nel senso che pare che a loro sia concesso qualche recupero. Perchè questo ? Perchè, tra i soci dell’ATO ME 2, v’era anche il Comune di Milazzo e se ha preso in più nel passato è giusto che lo restituisca.

Un’ultima considerazione, con la prescrizione di cui sopra, il Comune di Milazzo salta, per i contribuenti morosi di allora, due anni di incassi. Qualcosa che certo non si può permettere nello stato di dissesto finanziario in cui versa. Di chi è la colpa ? Per gli anni 2010 e 2011, certamente della passata amministrazione, che non ha curato di rinnovare ai contribuenti morosi dell’avviso di accertamento del tributo dovuto. Dell’amministrazione in carica per il 2011 ( il 2010 era già in prescrizione ), che non ha fatto la stessa cosa per quest’anno. In ogni caso, quella in carica ha salvato, dalla prescrizioni, gli anni successivi. E’ vero che ci sono dei contribuenti che non possono sopportare tutti gli arretrati, ma è vero pure che non pagando loro, sono gli altri cittadini a doversi far carico, in un modo o nell’altro.

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