Separatismo, emblema discriminante dell’uomo


Salvino Cavallaro –  Quando la storia non insegna nulla all’uomo per ravvedersi dai suoi errori, vuol dire che si è proiettati verso il perseverare cosciente degli sbagli ed essere quindi diabolici. Con l’avvento del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, si sono introdotte con la velocità della luce alcuni provvedimenti drastici che, peraltro, erano già stati preannunciati con fermezza in sede di campagna elettorale. Dopo la barriera di separazione alzata ai confini con il Messico, la legge che più fa rabbrividire è quella che vieta per tre mesi ai cittadini di 7 Paesi Musulmani, di entrare negli Stati Uniti. Ai cittadini di Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan e Yemen, è stato vietato l’accesso. Un ordine esecutivo che sa di regime, di imposizione e discriminazione razziale e religioso che fa discutere, pensare, riflettere su ciò che è stato vissuto e trascritto tra le pagine di storia più aberranti della genesi dell’uomo. E’ un po’ come sfogliare tristemente i fogli ingialliti dal tempo dei libri di scuola, in cui imparavi la storia dell’uomo fatta di guerre, persecuzioni e aberranti lotte. La motivazione di questa presa di posizione di Trump? La sicurezza dei cittadini americani e la difesa dagli attentati. Con questo giro di vite del nuovo presidente americano, si vuole difendere gli Stati Uniti dall’ingresso dei terroristi islamici, mettendo in evidenza una sorta di persecuzione e di separazione umana, che deve essere controllata sul nascere tra i viaggiatori in entrata e in uscita dagli aeroporti d’America. Una decisione che ha fatto sorgere delle aspre contestazioni e provocato un grande caos all’imbarco degli aerei e nelle piazze antistanti gli stessi aeroporti. “Guardate cosa sta succedendo in Europa” dice Donald Trump alla firma del suo provvedimento, “Noi vogliamo gestire l’afflusso dei profughi provenienti da questi specifici Paesi in maniera diversa, meno morbida, più radicale e in modo deciso”. Una forma unilaterale di pensiero, che mette in mostra l’assurda leggerezza di esecuzione di una discriminazione umana che aggiunge odio a odio, che invoglia ancor di più lo scontro e l’acerrima lotta degli uni contro gli altri. Un modo errato di gestire una situazione che non può essere migliorata attraverso tali prese di posizione che ricordano un sistema autoritario, che non tiene conto del prezioso senso di democrazia che è l’emblema della considerazione dei popoli, della loro dignità che si manifesta attraverso il rispetto del loro pensiero. Nulla di tutto questo, quasi a farci riflettere sui corsi e ricorsi storici, il cui passar del tempo è in grado di cambiare le generazioni, far migliorare le tecnologie, ma non mutano l’uomo nella sua essenza di figura sempre assetata di Potere, che non bada mai alla sostanza di un vivere con qualità. Certo, ognuno con il suo pensiero, con il suo rispettabilissimo credo, ma non con l’arroganza provocatoria che nulla di buono fa presagire. Rifletta signor Trump sull’operato di uomini politici che prima di lei hanno avuto il suo stesso modo di fare e il potere di gestirlo con la stessa autorità. A memoria ci sembra che la storia li ricordi per le loro malefatte e aberranti decisioni contro l’umanità, che si sono poi ritorte contro come un boomerang e non hanno portato a nulla di buono.

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