UNICREDIT – AUMENTO DEL CAPITALE SOCIALE- COSA FARE ?


Edoardo Macrì – E’ in atto l’aumento del capitale sociale della Banca UNICREDIT e molti piccoli azionisti dovranno dare alle proprie banche depositarie, entro il 16 febbraio c.m., la propria decisione su cosa intendono fare sui diritti di opzione loro concessi. Poichè non tutti sanno in che cosa essi consistano, ecco di seguito la loro spiegazione, con gli esempi del caso.

Premessa – c’è stato in un primo tempo il raggruppamento delle azione di questa banca, nel rapporto da 10 ad uno. Ciò vale a dire che chi ne aveva 10, ora ne ha una. Chi ne aveva 100, ora ne ha 10. Chi ne aveva 1.000 ora ne ha 100. E così via. Aumentando 10 volte il loro valore unitario. Prima del raggruppamento la singola azione valeva pressappoco 2,6 euro, dopo circa 26 euro cadauna. Improvvisamente, il 7 febbraio c.a., il loro valore unitario è sceso 12,21. Perchè dal loro valore iniziale è stato defalcato il diritto di opzione, consistente nella possibilità data ai vecchi azionisti di comprare nr. 13 nuove azioni, ogni 5 possedute, al prezzo di euro 8,09 cad.. Sicchè chi ne aveva 100, ha la possibilità di acquistarne 260 ( 100:5×13 ), al prezzo di euro 8,09 cad. Chi ne ha 1.000, ne può acquistare 2.600 ( 1.000:5×13 ). E così via.

E’ un diritto e non un dovere, sicchè chi possiede le azione, ha 4 possibilità:

a) può vedere il tutto, vale a dire le vecchie azioni più i suoi diritti di opzione;

b) – mantenere le sue azioni e vendere i suoi diritti;

c) – mantenere le vecchie azioni e vendere parte dei suoi diritti;

d)- utilizzare completamente il diritto d’opzione concessogli, mantenendo anche le sue vecchie azioni.

Ed ecco di seguito effettivamente cosa avviene, caso per caso, per uno che ha, come chi scrive, un numero di 216 azioni, che ancora prima del raggruppamento di cui sopra erano 2160.

CASO a) – vendita del tutto, ovverosia azioni e diritti di opzione. 216 azioni producono circa 562 diritti di opzione. La vendita delle azioni, alla quotazione corrente presumibile di euro 12.20 circa, porta all’incasso di euro di 2.635,20 ( 216 x 12.20 ), mentre la vendita dei diritti porta all’incasso di euro 4.546,58 ( 562 opzioni x 8.09 ). Incasso totale euro 7.181,,78. Si chiude così ogni rapporto con UNICREDIT.

CASO b ), mantenimento delle 216 azioni, col la vendita dei soli diritti. Da questa vendita si ottengono euro 4.546,58 ( 562 diritti x 8,09 ), che si mettono in tasca. Mentre si lasciano alla fluttuazione, al prezzo di borsa, le 216 azioni possedute.

CASO c) – vendita di una parte dei diritti e con l’incasso acquistare delle nuove azioni. Mettiamo che si voglia vendere il 50% di tali diritti, che sono poi 281 opzioni ( 562:2 ). Si incasserà così euro 2.273,29 ( 281 x 8.09 ), con i quali acquistare, ammettendo il prezzo di borsa del giorno delle nuove azione di euro 12,20, nr. 186 circa delle nuove azioni ( 2.273,29 : 12,20 ). Si avrà così le 216 azioni, più le 186 acquistate, per un totale numerico di 402 azioni. In libera fluttuazione borsistica. In questo caso non si sborserà un euro.

CASO d) – si vuole partecipare completamente all’offerta e quindi convertire tutti i 562 diritti in nuove azioni. In questo caso, si dovrà mettere le mani al portafogli e cacciare fuori altri 4.546,58 euro ( 562 x 8,09 ), per l’acquisto appunto di 562 nuove azioni, al valore prefissato di euro 8.09. Si avrà così le 216 azioni + le 562 acquistate, per un totale di 778 azioni , per un valore complessivo di euro 9.491,60 ( al valore di borsa supponibile di euro 12.20 cad. ). Capitale questo da lasciare alla fluttuazione borsistica, salvo ovviamente vendite successive.

Il caso a) è il più pessimistico nei confronti dell’andamento del titolo è dell’attività di UNICREDIT. Il caso d) è invece il più ottimistico nei confronti dell’andamento del titolo in questione.

Il tutto rimane per il momento incerto ed ognuno dovrà prendere, da solo, le sue decisioni.

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