Annalisa Insardà: “La festa della donna? Pensare con rispetto all’origine di questa data.”


Salvino Cavallaro – 8 marzo, festa della donna. Affinché questa data sia rievocata in maniera sempre più significativa dal punto di vista culturale, nel rispetto storico delle sue antiche lotte, abbiamo pensato di affrontare il tema – “Donna oggi” con l’attrice Annalisa Insardà. A favore di quelle poche persone che ancora oggi non la conoscono, diciamo che Annalisa Insardà appartiene a quel gruppo di artiste intellettuali che oltre a possedere quel “sacro fuoco” chiamato “amore viscerale per lo spettacolo”, possiede una preparazione culturale non indifferente. Un vero talento del teatro capace di vedere l’arte nella sua più profonda forma intellettuale. Classe 1978, Annalisa ha un curriculum professionale di assoluto prestigio, anche se, ad oggi, attende quell’attimo fortunato che possa darle la popolarità di una ribalta a piene luci, che merita per la sua qualità di attrice eclettica. Annalisa è capace di passare con estrema facilità attraverso la recitazione di testi brillanti e impegnati. Si tratti di un monologo (vedi “La scorta” o “Reality Shock”) o di qualsiasi altro personaggio da interpretare sul palcoscenico, la recitazione di Annalisa Insardà è sempre intensa, profonda, come solo i grandi attori da palcoscenico sanno fare. Nata a Polistena in provincia di Reggio Calabria, questo talento artistico di casa nostra ha un rapporto talora conflittuale con la sua terra d’origine che ama profondamente. Annalisa, infatti, spesso si scontra con la diversità di certi modi di vivere, di pensare e di agire, non sempre consoni alla crescita culturale e sociale della sua Calabria. Di recente ha recitato su Rai1 con il ruolo di Mirella, in una fiction intitolata “Questo è il mio paese. Lo scorso novembre è andata in scena a Roma con una commedia spagnola adattata ai costumi italiani, dal titolo: “Matrimoni e altri effetti collaterali” con la regia di Manuel Gilberti. In questo spettacolo teatrale Mita Medici ha interpretato il ruolo della mamma di Annalisa. E per il successo di pubblico ottenuto, lo spettacolo sarà replicato il 24 marzo a Noto in provincia di Siracusa, mentre c’è in programma una interessante tournèe italiana per la prossima stagione teatrale. Sempre con la regia di Manuel Gilberti, Annalisa Insardà sta provando assieme a Cristina Borgogni lo spettacolo “Medea”, dell’autore piemontese Antonio Tarantino. Questo spettacolo andrà in scena dal 14 al 19 marzo al teatro “Lo spazio” di Roma. Testo duro e a tratti delirante, capace di mettere in evidenza le capacità recitative di un’attrice talentuosa, la cui connotazione eclettica la rende adatta a ogni tipo di testo e personaggio da interpretare. Dunque, con questa intervista, siamo passati volutamente dal palcoscenico di un teatro immaginario alla realtà della vita di tutti i giorni, con le sue tematiche sociali e culturali riguardanti l’8 marzo – Festa della donna-

Annalisa, quale significato ha festeggiare ancora oggi la festa della donna?

Se pensiamo all’origine di questa data (sospesa tra verità e leggenda) e al sacrificio delle centoventinove donne americane arse vive perché scioperavano per esigere un loro diritto, ecco che già il termine di festa si svuota di significato facendo strada al concetto di battaglia, di lotta. Direi che festeggiare l’otto marzo nel senso della commemorazione e del ricordo avrebbe un gran significato; sebbene poi con il passare del tempo il senso delle cose spesso si stravolge e l’origine di un evento muta nel (necessario?) rito dell’adeguamento ai costumi.”

Da anni si parla di pari opportunità. Ma c’è davvero la parità tra uomo e donna?

Non credo. Le opportunità saranno pari solo quando la differenza tra i sessi, nella sua espressione sociale, non sarà più sottolineata. Quando avremo un Presidente della Repubblica e un Presidente del Consiglio donne e si giudicherà il loro operato esclusivamente in termini di competenza, non già secondo criteri sommariamente attribuibili a qualità di genere.”

Quanto è difficile per una donna arrivare ad alte cariche manageriali? E’ vero che ancora oggi, nonostante i notevoli passi avanti, si preferisce la figura maschile?

Perché le cose cambino, è necessario formare le generazioni che si succedono nella direzione del progresso anche intellettuale. Finché certi uomini si crederanno più indicati a stare in posti di potere, non rispetto a qualsiasi altro concorrente, ma esclusivamente rispetto alla donna, i passi avanti potrebbero essere vanificati da cellule tumorali che, infestando l’intero sistema, farebbero retrocedere da qualunque tipo di avanzamento e di obiettivo acquisito.”

Che cosa si può fare ancora per migliorare la situazione della donna nella nostra società?

L’eurodeputato polacco Mikke, sembra aver detto: “Le donne sono più deboli, meno intelligenti, devono guadagnare meno”. Direi che la situazione migliorerà quando non saranno consentiti certi proclami in nessun luogo, specie in sedi istituzionali.”

Nella tua riflessione di donna, sapresti fare un bilancio personale tra traguardi raggiunti e quelli ancora da conquistare?

Sono nata e mi sono formata in un’epoca in cui le donne, almeno sulla carta, avevano smesso le lotte perché avevano ottenute la parità e l’uguaglianza. Per questo stato di diritto devo solo ringraziare il sacrificio di tutte quelle donne che mi hanno concessa la libertà. Per lo stato di fatto, che poco ha a che vedere con quello precedente, capisco invece che ancora lungo è il percorso da fare, ed io non mi sottraggo. Faccio mie le battaglie di tutte le donne che non hanno ancora ottenuto l’emancipazione perché costrette a sottostare, per i più disparati motivi, alla volontà ipertrofica degli uomini, spesso rimettendoci la vita. Da conquistare c’è la consapevolezza che essere donna non deve essere una fatica ma è una grande opportunità, perché tutti gli esseri umani, senza distinzione di razza, sesso e condizioni sociali, nascono inesorabilmente da una donna.”

Qual è il tuo commento alle dichiarazioni del Presidente Mattarella che, riferito a voi donne, dice: “Senza le donne l’Italia sarebbe più povera e ingiusta”.

Io estenderei il concetto al mondo intero, non solo all’Italia. E aggiungerei che sarebbe povero e ingiusto anche senza uomini. Il tutto sta sempre nel trovare la giusta armonia.”

A parte la commerciabile e forse banale mimosa, se ti chiedessi quale regalo ti piacerebbe ricevere per l’8 Marzo, tu cosa diresti?

La nuova Maserati. No, vabbè, a parte gli scherzi mi piacerebbe non dover più leggere di donne massacrate, pur avendo denunciato, perché gli uomini le considerano ancora proprietà privata. Mi piacerebbe che il delitto d’onore 2.0, il femminicidio, non trovasse più spazio nella cronaca perché finalmente debellato da una coscienza sempre più volta al rispetto e alla libertà individuale. Se poi di regali posso sceglierne due allora prendo anche la Maserati.”

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