Giovanni Falcone 25 anni dopo


Salvino Cavallaro – Quando si commemora la morte di personaggi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, spesso ci si chiede a cosa è servita la loro morte, il loro sacrificio, il loro senso di legalità e quell’impareggiabile percorso irto di spine e ostacoli che hanno saputo sfidare per il bene altrui. Venticinque anni fa la strage di Capaci. Era il 23 maggio 1992 quando Cosa Nostra uccise il magistrato antimafia Falcone, sua moglie e tre agenti della sua scorta. Sembra ieri che abbiamo visto saltare in aria, come fosse un giocattolo, la macchina guidata dallo stesso magistrato. Era nei pressi dello svincolo per Capaci, nell’autostrada di Palermo. Giorni drammatici, cupi, giorni segnati da tanta violenza e dolore, capaci ancora di essere vividi in Italia e nel mondo. Giovanni Falcone è stato un magistrato, ma soprattutto un uomo che ha costituito una svolta radicale alla lotta alla mafia e in particolare all’organizzazione di Cosa Nostra. Frammenti di legalità, di rispetto delle regole, di desiderio di porsi davanti a tutti per la difesa dello Stato. Eppure la vita è unica e irripetibile, ma ci sono ideologie che sono più forti e vanno oltre ogni cosa. E’ un credere nei valori di legalità, di umanità e di difesa dei più deboli. Sì, perché lo Stato deve sempre apparire forte, anche sopra chi vuole organizzare con le proprie leggi il proprio Stato nello Stato. Oggi per Palermo, e non solo, è una giornata particolare fatta di memoria, di ricordi, di rispetto verso chi ha saputo lottare fino all’ultimo per la legalità, anche se quasi sapeva quale sarebbe stata la sua fine. Non c’è molto da aggiungere a questo indelebile ricordo di Giovanni Falcone, che innalza una figura esemplare e impareggiabile di chi ha creduto nei valori del bene per sconfiggere il male. E proprio oggi, 23 maggio 2017, in cui a Manchester si contano le vittime innocenti per l’ennesimo spargimento di sangue voluto dal terrorismo islamico, riflettiamo ancora una volta sull’insegnamento di Falcone a difesa della vita contro la morte. Periodi storici diversi, come diverse sono pure le persone e le finalità pretestuose del male, nell’eterno sopraffare dell’uomo che perde il senso logico di ogni cosa.

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