La Compagnia di Lodi e la Tenenza di Casalpusterlengo, al termine di indagini di polizia giudiziaria a contrasto dell’evasione fiscale e contributiva, svolte sotto la direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica di Lodi, hanno condotto una vasta operazione rivolta all’applicazione di 8 misure cautelari personali, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Lodi, e sequestri di beni mobili ed immobili, per un valore complessivo pari a 26 milioni di euro. L’obiettivo delle investigazioni sono stati imprenditori e professionisti ruotanti intorno ad un gruppo di società, operanti nel settore dell’”Information Technology”, cui sono stati contestati l’associazione per delinquere finalizzata all’emissione ed all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, indebite compensazioni e truffa aggravata ai danni dello Stato, nonché altri reati fiscali per omessa o infedele dichiarazione. E’ così venuto alla luce un sistema di società “di comodo”, utilizzato per frodare il fisco e per sottrarsi al pagamento di tributi e contributi previdenziali ed assistenziali, facente capo, in via principale, a due imprenditori di Codogno, M.C., di anni 73 e A.C., di anni 46, padre e figlio, nonché ad un commercialista di Latina, C.P., di anni 66, operante nel Lazio, Umbria e Lombardia. Questi 3 soggetti sono stati destinatari della misura cautelare della custodia in carcere, mentre altri 4 soggetti sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari (L.S. di anni 68 di Latina, F.G. di anni 50 di Latina, D.A. di anni 45 di Roma, A.S. di anni 58 di Milano) ed un altro ancora alla misura dell’obbligo di presentazione alla p.g. (C.D. di anni 44, anch’egli di Codogno). In particolare, gli imprenditori codognini che operano, da tempo, nel settore del “software per la logistica”, annoverando clienti di rilievo internazionale, tra cui alcuni importanti porti commerciali italiani, a partire dal 2011, avvalendosi della consulenza fornita dal predetto commercialista di Latina, mettevano a punto una “pianificazione fiscale” illecita, rivolta preordinatamente a non versare allo Stato i propri debiti IVA ed i contributi previdenziali ed assistenziali dei propri dipendenti. Il sistema di frode ha consentito, complessivamente, di evadere l’I.V.A. per circa 14,6 milioni di euro, di cui 3,7 milioni evidenziata a debito e non versata, attraverso, tra l’altro, l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre 35,6 milioni di euro. Inoltre, il sodalizio criminale ha artificiosamente licenziato e poi riassunto numerosi dipendenti, previo passaggio nelle liste di mobilità o in seguito a licenziamenti per giustificato motivo, intendendo, in tal modo, usufruire indebitamente delle agevolazioni previste dalla normativa lavoristica sulle nuove assunzioni, introdotte con la Legge di Stabilità 2015 (c.d. “Jobs Act”) e generando, così, una truffa aggravata ai danni dello Stato per 132.955 euro.
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