Ritorno dall’aldilà


Antonio Dovico – Il ricco epulone giace nei tormenti dell’inferno. Alzando gli occhi vede da lontano Abramo e il mendicante Lazzaro accanto a lui. Si capisce dove: nel Paradiso. Tra Abramo e il ricco si avvia un dialogo. (Leggere il capitolo 16 del Vangelo di Luca dal versetto 19 fino alla fine). Il ricco vorrebbe che Abramo mandasse Lazzaro a casa di suo padre per ammonire i suoi cinque fratelli, onde evitare la sua stessa sorte. Ma dall’aldilà eterno non si ritorna. Questo luogo, per i non credenti, è un’illusione degli ingenui. Credono tenacemente, però, nel paradiso che si costruiscono qui, sulla terra, nelle modalità più crudeli. Arricchirsi per esempio disonestamente, succhiando il sangue ai poveri, è una maniera molto praticata. Non si fanno scrupolo di uccidere chi si frappone al raggiungimento dei loro disegni. Non si creano problemi i criminali assetati di denaro.

Impedire le nascite indesiderate, interrompendo la gravidanza attraverso l’aborto, per chi ama il paradiso della libertà sessuale, è divenuta una pratica medica, come una volta lo era l’assistenza al parto. Non più il medico per salvare, ma il medico per uccidere, in nome di un “diritto” acquisito per una legge voluta dalla piazza sobillata fino alla follia. Negli anni ruggenti del secolo scorso donne progressiste disinibite, formavano lunghi e tumultuosi cortei, gridando slogan del tipo: il corpo è mio e me lo gestisco io, con la variante di sesso o di utero, invece di corpo. Vere bolge terrene somiglianti a quelle infernali raccontate da Dante.

In mezzo poteva essere individuata la voce di una ragazza radicale, Eugenia Roccella, figlia di Franco, uno dei fondatori del P.R. Ma la stessa Eugenia oggi è Sottosegretaria del Welfare nel governo Berlusconi. Nel suo ruolo si distingue per il contrasto all’introduzione della pillola abortiva denominata RU 486. Un ribaltamento di posizione, nello snodarsi della sua vita, veramente stupefacente. Detta pillola sostituisce la mano del medico nel… rispedire al mittente i bambini aspiranti rompiscatole. Non parlo di ripercussioni sanitarie ed altri effetti, perché la cosa non è pertinente con quanto voglio enfatizzare, intuibile, del resto, sin dalle battute iniziali di questo scritto. Una vicenda vissuta del tipo di quella di Eugenia, si presta ad essere interpretata da due punti di vista contrastanti. Uno è quello del laico che ostenta orgoglio per la sua libertà di pensiero, non disturbata da inquinamenti religiosi. Soddisfatto di questa felice condizione, non sente necessità di ulteriori “finestre” di luce. L’altro punto di vista è quello del credente cristiano, il quale sa di non poter affidare tutto alla propria limitata intelligenza per comprendere i sommovimenti che possono avvenire nei cuori e nelle menti umani. Consapevole di ciò, cerca Altrove spiragli di luce per vederci meglio.

Al primo tipo d’interprete descritto, appartiene una persona reale: un professore universitario, ex parlamentare radicale, e giornalista apprezzato. Uomo intellettualmente onesto. Non esce dalle righe della correttezza. Dal 20 al 27 settembre ha condotto Prima Pagina, a Radio 3. In risposta ad un ascoltatore, ha parlato della Roccella, abortista infiammata in gioventù, e mastino adesso contro l’introduzione della pillola abortiva. Giornalisticamente parlando, niente da obiettare. La mia delusione sorge avvertendo la sua malcelata amarezza per l’abbandono della trincea abortista da parte di Eugenia. Non lo ha detto, ma deve aver pensato ad un tradimento di Eugenia della “nobile” causa giovanile.

Il secondo tipo di interprete, è il sottoscritto: nessun titolo accademico da contrapporre al professore, e neppure l’intelligenza: solo il cuore. Non ravviso tradimento nel voltafaccia della sottosegretaria, ma nobile e salvifico pentimento. Lei era finita in un luogo di tormento morale, in un “aldilà” sociale terreno, dal quale si può ritornare, ma non meno doloroso di quello eterno in cui si trova il ricco epulone. Nell’arroganza della ricchezza, nell’ebbrezza della giovinezza, il cuore insensibile e la mente insana, scavano abissi orribili. Per fortuna gli abissi che scaviamo sulla terra possono essere colmati, grazie a Dio, col pentimento che risana e salva. Il ricco della parabola temeva per i suoi fratelli. Ma l’abisso eterno non può essere varcato. La Roccella ha sperimentato un luogo di tormenti, un aldilà veramente pauroso, dal quale ha potuto fuggire salvando se stessa e molto di più dei cinque fratelli che stavano a cuore al ricco epulone.

Antonio Dovico

26-09-09

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