STAT CRUX DUM VOLVITUR ORBIS (La croce resta fissa mentre il mondo ruota)


 

Antonio Dovico – Da venti secoli la croce è segno di contraddizione nel mondo, ma la cosa non sorprende i cristiani convinti. I primi videro morire sulla croce il loro Maestro Gesù, e lo videro risorgere con grande gioia, dopo tre giorni di indicibile angoscia. Temevano di aver creduto ad un emerito ciarlatano, e invece no: dopo tre giorni era risorto per come aveva promesso. Aveva affermato di essere figlio di Dio attirandosi scherni fin sulla croce.

Se tu sei veramente Figlio di Dio, scendi dalla Croce”. Parole che gli aveva indirizzato il sommo sacerdote.

Avvenimento storico documentato – crocifissione e resurrezione insieme – dal quale sono germogliati numerosi seguaci, denominati Cristiani. Gesù era disceso dal Cielo e, a missione compiuta, al Cielo doveva ritornare per ricongiungersi a Dio-Padre, che lo aveva mandato a noi. Durante i suoi tre anni di Ministero terreno, Gesù aveva mitigato la Legge dura che regolava Israele, dettandone una a carattere universale (cattolica) che fosse adeguata a tutta l’Umanità, senza distinzione di razza o di continente. Alla luce di questa sua azione “politica”, Gesù può essere definito “rivoluzionario”, come si usa dire di coloro che sovvertono o cercano di sovvertire le leggi di una nazione. Ma stiamo attenti a non confonderlo con i rivoluzionari di tutti i tempi, specialmente con quelli più vicini a noi nel territorio e nel tempo. Si pensi ai rivoluzionari francesi che hanno rovesciato il Regno degli uomini, e prima ancora ai rivoluzionari dell’ illuminismo, sconvolgente per la società, oltre che per la fede. Ma nel mio proposito non c’è un’indagine storica, bensì religiosa. Materia questa ritenuta dai più secondaria rispetto alla storia, opinione che io però non condivido: per me è primaria, perché Cristo esercita (meglio dovrebbe esercitare) la sua regalità sull’intero universo, del quale è incontrovertibilmente (altrimenti chi per Lui?) RE! Disconosciuto, però, dall’impudenza di uomini scellerati, sempre più audaci, fino a rimuovere a piccoli passi il nome di Dio dalla storia umana. Nei tempi correnti può dirsi compiuto l’ultimo passo verso il rinnegamento completo della sua esistenza, insieme alla paternità sull’intero universo e di tutto ciò che lo anima. La vita sotto tutte le sue forme, per essere chiari.

Proprio in questi ultimi anni, paurosamente convulsi, nei quali l’umanità opulenta si sente attanagliata da un nodo che non si sa spiegare, ecco che ci si accorge che l’uomo, insofferente del Dio ingombrante, del quale si è finalmente liberato, sente che tutto si sgretola intorno a sé. Tutto diventa incerto: la vita, la famiglia, il lavoro, il pane, l’onestà. Tutto ha perduto senso. Le stesse parole non corrispondono più ai significati originali. Il mascalzone non corrisponde più con chi inganna la gente per approfittarne, ma gli si rende omaggio come persona di grande valore, meritevole di ascolto. Si fa il male, chiamandolo bene. Vocabolario rovesciato e mondo sottosopra. Guai a chi conserva la corretta percezione di questo guasto e vorrebbe farne partecipe il prossimo: rischia il manicomio.

La stoltezza umana ha rimosso l’Ingegnere sublime che aveva progettato e costruito un mondo perfetto, e ne ha preso il posto. Ed eccoci a marciare con grande pena nelle macerie e nella melma. Un vero disastro! Chi può ristabilire l’ordine precedente, rimettendo ogni cosa al suo posto? Solo Colui che aveva costruito l’inimitabile “meccanismo cosmico”originale. Un ripasso della storia dei regni umani, tornerebbe utile. Per duemila anni, fomentate dall’odio, si sono combattute guerre, e ora qua ora la, sono sorti e tramontati regni e regnanti. Non di rado al centro c’era la Croce, simbolo ed espressione dell’amore del figlio di Dio per l’umanità. I monaci Cistercensi si ispirarono alla Croce per formare il loro Motto: STAT CRUX DUM VOLVITUR ORBIS . (La croce resta fissa mentre il mondo ruota.)

 

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