Antonio Dovico – Nel mio ultimo articolo pubblicato su questo giornale pochi giorni fa, ho chiuso esprimendo in maniera insolita la necessità che per rimettere in sesto un’Italia dilaniata dagli interessi personali , è necessario issare d’impeto al potere un personaggio dal carattere-tipo di Cincinnato, console romano che fu per due volte dittatore nella Roma antica. Non era uomo da piantare radici sul trono del potere; sistemava le cose da sistemare, e ritornava a coltivare i campi. La storia – in parte forse condita di leggenda -, vuole che la seconda volta fosse prelevato dai campi , mentre arava la terra reggendo l’aratro trascinato dai buoi. Con la seconda dittatura, grazie alla sua semplicità e austerità di costume, rimise subito le cose a posto e tornò subito a coltivare il suo campicello. Grande condottiero, e tuttavia schivava gli onori. Ma – ci chiediamo – la terra non produce più esemplari simili? E’ un dubbio, e non una certezza. Io sono convinto che a saperli cercare e riconoscerli, ce ne sono più di quanto si possa pensare, ma si nascondono, e fanno bene. Quanti siamo i cittadini che apprezzano gli uomini semplici e austeri come Cincinnato? Sicuramente pochi, mentre sono tanti quelli che leccano i piedi a individui chiassosi, abili venditori di fumo; se non di peggio! Perché dovrebbero uscire dal nascondiglio, le persone serie, quando la loro tipologia umana non corrisponde agli ideali della cittadinanza insipida? Osserviamo bene i personaggi già pronti a ritornare, confortati dai sondaggi, sulle sedie ancora calde del loro culo. Sono impazienti di “ritornare nei palazzi del governo”, dopo avere dimostrato nel passato il loro attaccamento al… al… che cosa? Chiedo scusa a chi legge, ma non trovo la parola, ciascuno la immagini da sé .
Personalmente sono convinto che nonostante il disastro morale e spirituale nel quale sprofonda l’umanità, esistono sempre persone integerrime e potenzialmente capaci, le quali però, conoscendo benissimo “ i gusti” personalistici della maggioranza degli elettori, e la scorrettezza di concorrenti di basso livello civile e morale, non rischierebbero mai una figuraccia, scendendo in un campo infestato dalla… malaria! E allora, niente da fare, aspettiamo il diluvio?
No; io sono convinto e sostengo la tesi che per seppellire la prassi elettorale vigente, quelli che non la tolleriamo, dobbiamo essere noi stessi , cittadini dal basso, a scegliere le persone giuste da catapultare al Parlamento. Cittadini dal basso ma, s’intende, portatori di valori “alti”, gli unici che sono l’ossatura robusta di una società giusta e resistente agli attacchi degli immancabili devastatori. Questi tizi piovono dall’alto come la pioggia, sulla società intera, e non solo su quegli uomini miserabili che cercano i loro vergognosi vantaggi a danno del popolo inerme. Da anni emergono pochissimi uomini con nelle vene un sincero amore per lo Stato, ma proprio perché pochi, vengono sopraffatti dai tanti uomini venali alla ricerca di benessere e onori personali. Da questo ne discende un caos politico, giusto come quello che abbiamo sotto gli occhi in questi giorni. Si tentano disperati tentativi di unificazione degli intenti di gruppetti , mentre anche al loro interno emergono divisioni a causa di appetiti personali , che tutti pretendono di soddisfare.
Ma si può essere tanto ingenui da non capire, che “finita la festa (elettorale) e gabbato lo santo”, inizierà la guerra per le poltrone, destinata però a finire – more solito – a tarallucci e vino , e il conto lo pagherà sempre Pantalone? Svegliamoci amici, se democrazia significa governo di popolo, e al popolo non è consentito di scegliere gli uomini che lo governano, allora non è più democrazia ma oscura dittatura. Allora se le cose stanno cosi, mettiamoci alla ricerca di un Cincinnato tosto e austero, e se lo troviamo, issamolo a forza a dittatore d’ Italia. Se l’impresa è impossibile, allora è ancora più impossibile che l’Italia sia degna di attribuirsi l’aggettivo di Nazione civile e democratica. Atro non dico.
Antonio Dovico — Capo d’Orlando 10/10/2017