La Polizia di Stato di Reggio Calabria ed il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato hanno catturato stamani, in un appartamento a Rosarno, il latitante della `ndrangheta calabrese PESCE Antonino, figlio del noto boss PESCE Vincenzo classe 1959.
Il 26enne era ricercato dal 4 aprile del 2017, quando si sottrasse all´esecuzione del decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nell´ambito dell´operazione “Recherche” ed alla successiva Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data 14.04.2017 dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di elementi di vertice, affiliati e prestanomi della potente cosca PESCE di Rosarno (RC), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, intestazione fittizia di beni, favoreggiamento personale nei confronti del boss latitante PESCE Marcello, arrestato l´1 dicembre 2016 – aggravati dalla circostanza di aver agevolato un´organizzazione criminale aderente alla `ndrangheta – nonché di traffico e cessione di sostanze stupefecenti:
Al momento dell´intervento da parte dei poliziotti, il ricercato non era armato e non ha opposto alcuna resistenza.
A PESCE Antonino viene contestato il ruolo di direzione e capo del ramo della cosca PESCE che si riconosce nella figura del padre PESCE Vincenzo classe 1959, alias “U pacciu” (attualmente detenuto), con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni da compiere, degli obiettivi da perseguire, delle attività economiche da avviare ed attraverso cui riciclare il denaro e le altre utilità provento delle dette azioni delittuose.
Assieme al fratello 29enne, impartiva ordini e direttive alla cosca, facendo leva proprio sullo spessore criminale del padre, riconosciuto dagli altri esponenti di vertice della cosca quali PESCE Marcello e PESCE Antonino cl. 1982, con i quali trattava la ripartizione delle zone d´influenza e dei proventi del mercato del trasporto merci su gomma per conto terzi.
Infatti, il menzionato PESCE Vincenzo è stato condannato, in via definitiva, a 16 anni di reclusione nell´ambito del processo All Inside, quale esponente apicale dell´omonima cosca, nonché a cinque anni di reclusione, in primo grado, nell´ambito dell´operazione Reale 6 per il reato di scambio elettorale politico-mafioso.
L´indagine “Recherche” ha messo in evidenza l´attualità del potere criminale assunto dai fratelli Savino (attualmente detenuto) e Antonino cl. 1992, il cui carisma e potere intimidatorio induceva alcuni trasportatori della zona di Rosarno a cedere a soggetti di loro fiducia alcuni servizi di trasporto di merci su gomma (prodotti agrumicoli, kiwi ed altro), facendo prevalere il criterio dell´influenza sulla parte del territorio in cui avevano sede le aziende di settore, ricadenti sotto il loro controllo criminale già esercitato dal padre Vincenzo.
Complessivamente, l´indagine “Recherche” ha fatto luce sul monopolio della cosca PESCE nell´esercizio del trasporto delle merci su gomma nel territorio di Rosarno e zone limitrofe.