Accogliamo con soddisfazione la sentenza pronunciata dalla Corte D’Assise di Palermo che a conclusione del processo sulla trattativa Stato-mafia ha riconosciuto la validità dell’impianto accusatorio condannando l’ex Senatore Marcello Dell’Utri e gli ufficiali del Ros dell’Arma dei Carabinieri Mori, Subranni e De Donno, insieme ai mafiosi Bagarella e Ciná per minaccia a corpo politico dello Stato.
Una sentenza storica che conferma dopo la sentenza del processo sulla strage di via dei Georgofili, che una trattativa tra pezzi di Stato e i vertici di “cosa nostra” sia realmente avvenuta e che apre nuovi scenari di indagine nellla ricerca della verità sulle stragi che hanno colpito l’Italia nei primi anni ’90 e sul contesto criminale, politico e istituzionale in cui sono avvenute.
Le verità processuali necessitano di prove, e la sentenza di oggi ne ha riconosciute diverse, ma la Politica non può ritenersi assolta, perché è impensabile che gli ufficiali del Ros abbiamo agito senza coperture politiche, ma soprattutto perché le parole pronunciate dal Giudice Montalto, che dava lettura della sentenza, le abbiamo ascoltate tutti e il riconoscimento di colpevolezza nei confronti di Marcello Dell’Utri, ex Senatore e fondatore di “Forza Italia”, per le “condotte contestate come commesse nei confronti del Governo presieduto da Silvio Berlusconi” sono la conferma che Dell’Utri sia stato il tramite con cui la mafia ricattava e dialogava con i Governi in carica a guida Forza Italia.
Un partito che oggi come allora, è guidato dallo stesso presidente, Silvio Berlusconi, e da gran parte degli stessi dirigenti i quali non hanno mai denunciato il ricatto e le minacce che la mafia muoveva nei loro confronti e nei confronti delle istituzioni.
Siamo profondamente rammaricati nel constatare che ancora in questa Legislatura Forza Italia goda di piena agibilità politica al punto da aver eletto alla Presidenza del Senato, con il sostegno dei voti di centrodestra e del Movimento 5 Stelle, la Senatrice Alberti Casellati, che mai ha preso le distanze da Berlusconi e Dell’Utri, esprimendosi pubblicamente in loro difesa, e di essere accolti dal Presidente della Repubblica per le consultazioni di Governo, al pari degli altri leader politici e, nonostante la prima sentenza Dell’Utri e le pendenze giudiziarie di Silvio Berlusconi.
Chiediamo che le forze politiche parlamentari, elette in rappresentanza del popolo italiano, isolino politicamente, a livello nazionale e locale il partito “Forza Italia” (non ci risulta che all’interno di Forza Italia sia stato aperto un dibattito sulla problematica e quindi riteniamo siano ancora compatti con il loro leader e fondatore), la cui genesi ormai è scritta in due sentenza di due tribunali italiani, e rifiutino come irricevibile ogni proposta di Governo che contempli la presenza di Forza Italia tra le forze di Maggioranza o in appoggio esterno all’Esecutivo.
Chiediamo inoltre che venga istituita una commissione parlamentare d’inchiesta che indaghi sull’operato dei Governi a cui la sentenza fa riferimento, e dimostri se questi abbiano agito in accoglimento delle richieste mafiose per il tramite del Senatore Dell’Utri.
Fintantoché partiti come “Forza Italia” godranno di agibilità politica e potranno partecipare alla formazione dei Governi e alle elezioni delle principali cariche parlamentari ed istituzionali non possiamo ritenere che sia stata fatta giustizia. Il cambiamento di cui le forze politiche vogliono rendersi protagoniste non può prescindere dal riconoscimento di una responsabilità politica nella trattativa Stato-mafia.
Infine vogliamo rivolgere un ringraziamento ai Giudici della seconda sezione della Corte d’Assise di Palermo per questa “coraggiosa” sentenza e ai PM Di Matteo, Tartaglia, Del Bene e Teresi per il lavoro svolto in questi anni e in oltre 5 anni di processo.
Associazione Antimafie Rita Atria
Il Direttivo