I Finanzieri del Comando Provinciale di Catania, nell’ambito delle attività di contrasto all’evasione fiscale e all’economia sommersa, hanno intensificato i controlli nei confronti degli enti no-profit per verificare la sussistenza dei requisiti di accesso alle agevolazioni fiscali previste dalla Legge 398/1991 a favore delle Associazioni senza scopo di lucro. In particolare, le Fiamme Gialle della Tenenza di Acireale, nell’ambito di quattro interventi svolti nei confronti di altrettante strutture sportive etnee con sede in Pedara, Viagrande e Aci Castello, hanno constatato che, sotto la veste formale di Associazione Dilettantistica (quindi senza alcun guadagno dichiarato al fisco) si celavano invece vere e proprie imprese commerciali che offrivano agli sportivi corsi di ogni tipo (soprattutto pallavolo, calcio, nuoto o fitness). I militari, attraverso l’esame della documentazione contabile, hanno svelato la reale natura commerciale delle Associazioni, le quali, anche se formalmente prive di scopo di lucro, realizzavano invece importanti profitti distribuiti, poi, agli amministratori e ai componenti del consiglio direttivo. Dai controlli è emerso che tutti i frequentatori dei circoli sportivi, senza averne mai fatto domanda, figuravano inconsapevolmente come “soci” dell’Associazione Sportiva. Per tale falsa attestazione, le quote da loro versate, annuali o mensili, venivano fiscalmente considerate quali “contributi” e, pertanto, illegalmente non tassati. Inoltre, le palestre controllate ottenevano importanti guadagni dalle sponsorizzazioni rese a favore di diverse imprese del catanese, che versavano nelle casse degli enti somme consistenti soprattutto per l’affissione di striscioni pubblicitari all’interno delle strutture sportive e per l’utilizzo, da parte degli “atleti”, di capi di abbigliamento (magliette, pantaloncini) recanti i loro loghi. Sulla base di tali elementi le Fiamme Gialle hanno disconosciuto tutti i vantaggi fiscali di cui le Associazioni avevano indebitamente beneficiato dal 2012: i relativi volumi d’affari, pari, complessivamente, a oltre 2 milioni e 800 mila euro, sono stati pertanto sottoposti alla tassazione ordinaria prevista dalla legge per le imprese commerciali. Per le violazioni riscontrate, gli amministratori delle palestre sono stati segnalati all’Agenzia delle Entrate per il recupero di oltre 900 mila euro di imposte non dichiarate al fisco (tra dirette e IVA) nonché per l’applicazione delle relative sanzioni tributarie.
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