La Polizia di Stato esegue ordinanza di applicazione del divieto di avvicinamento. Perseguitava l’ex fidanzata, collega universitaria. I poliziotti del Commissariato di Milazzo ricostruiscono una triste storia


Una denuncia sporta nell’ottobre dello scorso anno in preda alla disperazione per le continue molestie e minacce, non prima di aver tentato, bonariamente, di porre freno alle condotte persecutorie di quell’uomo al quale era stata legata da una relazione sentimentale.

E’ la storia di una giovane studentessa dell’hinterland Milazzese la cui serenità e spensieratezza è stata fortemente turbata dai comportamenti ossessivi dell’ex fidanzato.

Ha iniziato a tempestarla di messaggi e telefonate dal contenuto offensivo e denigratorio tanto da costringerla a cancellarne ogni contatto sia sui profili social che sul cellulare: un espediente purtroppo infruttuoso se si considera che tramite falsi account, creati per la circostanza, il ragazzo, peraltro suo collega universitario, non demordeva dall’intento di punire e mortificare la donna che lo aveva lasciato.

E poi gli appostamenti, il monitoraggio della piattaforma universitaria per essere aggiornato sul giorno degli esami e sui voti, le informazioni raccolte contattando amici comuni e colleghi, il danneggiamento all’autovettura della vittima capaci di aumentare l’angoscia nella quale ormai viveva e che la aveva portata addirittura a temere di incontrarlo da sola.

Neppure l’intervento dei familiari della giovane riuscivano a rabbonirlo. A brevi momenti di silenzio seguivano attacchi feroci dall’esplicito riferimento sessuale per mortificare la ragazza, farle terra bruciata attorno anche seguendola non solo virtualmente ma pure fisicamente sull’autobus, all’università, per strada ed a nulla serviva la disattivazione dei profili social, l’inserimento di quel numero telefonico nella lista dei “bloccati” perché lui riusciva comunque a farsi vivo se non direttamente intessendo rapporti con soggetti in qualche modo a lei vicini ed utilizzando falsi profili.

Un’ invasione piena della sfera privata di una ragazza impossibilitata a vivere in modo pieno la sua giovinezza.

Ieri i poliziotti del Commissariato di Milazzo che, coordinati dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Barcellona P.G., hanno raccolto e riscontrato ogni elemento utile a far trasparire la pericolosità delle azioni attuate dal giovane nonché il rischio di recidiva concreto ed attuale, hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa nonché ai luoghi dalla stessa abitualmente frequentati compresa la sede della facoltà universitaria. Il destinatario dovrà mantenere una distanza di almeno 300 metri dai predetti, evitare ogni tipo di contatto telefonico o telematico, allontanarsi immediatamente in caso di incontro occasionale.

La Polizia di Stato esegue ordinanza di applicazione del divieto di avvicinamento. La perseguitava rendendole la vita impossibile. I poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Messina, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, ricostruiscono una triste storia fatta di pedinamenti, offese e minacce.

Lo aveva conosciuto allorquando a causa di una patologia si era dovuta sottoporre a delle cure mediche.

Scocca l’amore e con lui intraprende una relazione sentimentale fatta di tenerezze, di premure, fino a quando una ingiustificata e morbosa gelosia prevale su quella serenità apparente.

Iniziano le insinuazioni, le proibizioni, i controlli e con loro l’esasperazione che fa maturare nella donna la consapevolezza di dover porre fine a quella forma di amore malato.

Una decisione che l’uomo non accetta arrivando addirittura a minacciarla, non prima di averla strattonata, con un grosso coltello facendole temere per la propria vita al punto da costringerla ad assecondarlo.

L’intento di lasciare il suo carnefice è più forte ma altrettanto forte è la presenza ingombrante di quell’uomo che non accetta la fine della loro storia. La segue, la insulta, la prega di ritornare insieme, contatta persone a lei vicine per diffamarla accusandola di avere rapporti sessuali con altro individuo. La donna prostrata ed angosciata vive nella paura di incontrarlo cosa che purtroppo accade spesso e che addirittura, in un caso, la costringe a richiedere l’intervento dei medici del pronto soccorso tanto è lo stato di agitazione.

Anche recarsi al supermercato per rimpinguare la dispensa è complicato perché lui potrebbe essere lì pronto a passare all’attacco come quando una mattina con i sacchi della spesa sale in macchina e se lo vede piombare come una furia sullo sportello lato passeggero che tenta di aprire invano perché lei terrorizzata ha la forza di mettere in moto e partire.

Da lì la decisione di denunciare e l’inizio di un’attività di indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Messina coordinata dalla locale Procura della Repubblica.

Gli elementi raccolti ed i riscontri a quanto riferito dalla donna evidenzieranno la pericolosità dell’autore delle condotte sopra descritte ed il rischio concreto ed attuale di recidiva. Per questo i poliziotti hanno eseguito ieri l’ordinanza, emessa dal GIP del Tribunale di Messina, di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento al luogo di dimora, di lavoro e ad ogni altro frequentato dalla persona offesa dalla quale il prefato dovrà comunque mantenere una distanza non inferiore a 300 metri.

Articoli simili