Salvino Cavallaro – Tre gol, un palo e si è pure procurato un rigore non dato dall’arbitro. La Juve di Champions contro lo Young Boys si può riassumere così. Tanto Dybala e poco valore tecnico degli avversari. Proprio nella serata in cui spiccava l’assenza di Cristiano Ronaldo, fuori per un turno di squalifica, ecco emergere quel Paulo Dybala tanto atteso da tutto l’ambiente bianconero. Ma la partita che ha dato modo alla Juventus di balzare in testa alla classifica a punteggio pieno, è stata un valido motivo per verificare una squadra che all’apparenza può sembrare Ronaldo dipendente, ma che in realtà ha una sua immagine ben precisa dal punto di vista tecnico e tattico. Molte sono le soluzioni a disposizione di Allegri che gongola di soddisfazione nel potere godere di una grande varietà nella qualità tecnica. Note liete di una squadra costruita per vincere la Champions League, azzerando il gap per lunghi anni esistente in campo internazionale tra la Vecchia Signora d’Italia e le altre potenze europee. Dall’organizzazione societaria, al bilancio, al merchandising, alla parte tecnica, la Juventus ha imboccato la strada giusta e innestato la marcia necessaria per conquistare il trofeo più ambito in Europa. Dicevamo della squadra senza Ronaldo. Ebbene, contro i mediocri svizzeri dello Young Boys, la Juventus ha provato alcune novità e trovato un Federico Bernardeschi sugli scudi per intelligenza tattica,tecnica sopraffina, capacità di adattarsi a più ruoli e mettersi al servizio della squadra. L’ex viola è la nota più lieta tra le tante di questa Juventus. Impiegato da Allegri come centrocampista a ridosso delle punte, Bernardeschi ha fatto vedere quanto sia ampio il suo bagaglio tecnico nell’interdire, costruire e finalizzare il gioco d’attacco. Come esterno o come centrocampista spostato più al centro, Bernardeschi è diventato un punto di riferimento insostituibile nel gioco della Juventus. Esattamente come si è espresso Paulo Dybala che uscito finalmente da quella empasse che lo ha sminuito negli ultimi periodi, ha ritrovato quei numeri tecnici che fanno di lui un campione vero. Ecco, diremmo che la sostanza posta in analisi dalla seconda partita di Champions della Juve, si possa sintetizzare con la certezza di una Juve non dipendente da Cristiano Ronaldo ma con una sua fisionomia ben precisa, con la ricchezza di poter diversificare il suo assetto tattico senza sentirsi orfana di nessuno. E’ la forza di una squadra e di una società che ha le idee chiare,che sa quel che vuole e che studia sempre il modo per essere all’avanguardia delle nuove idee che portino sempre a vincere per scrivere le pagine indelebili della propria storia.