STABILIZZAZIONI PRECARI MILAZZO, VENTI CONTRATTISTI FANNO CAUSA AL COMUNE PER ESSERE STABILIZZATI E/O RISARCITI


Con l’assistenza dell’avvocato Galleano Sergio di Milano, 20 precari con contratto a tempo determinato hanno deciso di citare in giudizio davanti al giudice del lavoro di Barcellona P.G. il Comune di Milazzo per ottenere l’assunzione a tempo indeterminato e/o per un congruo risarcimento per il danno patito. L’udienza è stata fissata dal giudice incaricato, Valeria Todaro, per il 17 settembre.precari1

Si presume che a seguire questa strada potrebbero essere altri contrattisti sfiancati e delusi (tutti sono 164), dopo anni e anni di proroghe, della loro condizione che in atto non trova sbocchi se non nella norma appena approvata dalla Regione per la loro salvaguardia, tutti transiteranno alla Resais regionale spa (si attende una circolare in tal senso prima delle elezioni Europee ad evitare che tanti disertino le urne per protesta). Tra l’altro, il Comune di Milazzo è in dissesto da anni e dunque non può assumere (stabilizzare significa questo) ed è anche per tale ragione che il Sindaco Formica, visto che c’è carenza di ragionieri e tecnici del settore contabilità, sta cercando in ogni modo di portare a compimento i vari bilanci che mancano (previsionali e consuntivi) senza i quali il Comune è paralizzato e non può operare. Non solo, il Sindaco vorrebbe fare i concorsi esterni per sopperire alla mancanza di esperti di ragioneria e di ingegneri ma nessuno sinora gli ha dato l’autorizzazione tant’è che recentemente si è rivolto con un appello a tutto campo all’Anci per avere lumi e assistenza. Ma ci sono poche speranze.precari2

Le politiche di stabilizzazione, per tornare ai contrattisti che si sono rivolti al Giudice del lavoro, presuppongono il fenomeno del precariato, ma cosa c’è realmente dietro? Abuso della flessibilità, in primo luogo il contratto a termine, sentenza della corte costituzionale 186/2016 e sentenza Mascolo della Cgue 26/11/2014, che condanna lo Stato italiano.

Poi, dietro l’abuso: esigenze reali della Pa (blocco del turnover, esigenze assunzionali e di flessibilità).

Dietro l’abuso, anche pratiche collusive soprattutto a livello locale più volte rilevate dalla Corte dei conti che ha stigmatizzato per vari aspetti “l’operato delle Amministrazioni locali per evidenti rapporti di contiguità tra gli Amministratori e gli stabilizzati con colpa grave per il comportamento dei primi”.

Ma stabilizzare non è sanatoria perchè ci sono vincoli di bilancio con tetti di costo ED ENTI NON IN LINEA CON GLI OBIETTIVI DI RIENTRO IN DEFICIT STRUTTURALE (CASO MILAZZO); DEVONO ESSERCI LE RISORSE IN BILANCIO (CON LA MADIA SI POSSONO UTILIZZARE I POSTI LIBERATI DAL TURNOVER E QUELLI LIBERATI DAL LAVORO FLESSIBILE).

Poi ci sono i vincoli finanziari: in tutte le ondate di stabilizzazione recenti la fuoruscita dal precariato è subordinata alla razionalizzazione ottimale degli organici.

Per non parlare dei vincoli organizzativi e di efficienza che la Madia indica nel piano del fabbisogno.

Il problema dei precari in Sicilia è storia a sé. Il bacino non si è prosciugato per opportunismo favorito dal sistema: NON CONVENIVA AGLI EE.LL STABILIZZARE PER IL LEGAME PERVERSO TRA STABILIZZAZIONE E PERDITA DEI FINANZIAMENTI REGIONALI.

Un vero guazzabuglio, forse dipanato con l’ultima norma regionale del passaggio dei precari siciliani alla Resais spa, cioè alla Regione.

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