TROPPA GRAZIA?


Foto: …C’eravamo tanto amati…
Antonio Dovico — Il 10 agosto scorso su questo giornale, è apparso un mio articolo dal titolo: SALVINI ROMPE IL GIOCATTOLO, Ne vuole uno tutto suo. L’ha rotto immantinente,  mandando l’alleato al quel posto che Grillo non manca mai di decantare.  Si può ben dire che siamo alle comiche, con la politica italiana. L’autostima dei protagonisti è spettacolare. I due capipartito — vicepresidenti del consiglio, nonché pure ministri, sono esemplari degni di sfilare trionfalmente in un circo, come rari esemplari umani. Però, come si fa a non ricordare un famoso pezzo d’antologia dei vecchi tempi? Non so se trova ancora spazio nei libri dei tempi moderni, e ad ogni buon conto, quanto mi costa fare un breve riassunto a memoria?
Un cavaliere non abbastanza vigoroso, non riusciva a montare a cavallo. Pensò di invocare la grazia di sant’Antonio, per riuscirci. Sant’Antonio ascoltò tacitamente la sua preghiera; il cavaliere ritentò e… patapùnfete, finì disteso lungo, per terra! Non poté trattenersi dall’esclamare: troppa grazia Sant’Antonio!
Al giovane grillino il responso elettorale presentò l’occasione allettante di diventare protagonista politico, quando aveva appena raggiunto la trentina. Fu una grazia insperata, e c’era da ringraziare il santo che l’aveva propiziata. Ma il clima politico-socio-economico, non era proprio da favola, bensì ricco di spine oltremodo pungenti. La grazia, oltre che insperata, era stata troppa!
Che dire di Salvini? Un volpone! Impensabile il matrimonio di un nobile titolato del nord con un una ingenua contadinotta  di campagna del sud. Ingenua e contadinotta, è vero, però guarda che dote da papparsi! Ma, da spettatori possiamo dire “troppa furbizia  san Matteo?!  Pazientiamo un poco e lo sapremo.

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