Estasi


 – Foto: estasi.

                                                                                         Foto Salvino Cavallaro1 Rubrica “Incontri”

                                                                                                     A cura di Salvino Cavallaro

Questo articolo è stato scritto il 14 giugno 2011, quando ancora i pensieri e la moltitudine di riflessioni di questi giorni di paure di contagio da Covid 19, erano lontani dal vivere inquieti frammenti di rimpianto per ciò che è stato sprecato.

Estasi

Si può avere la percezione dell’estasi mentre ci abbandoniamo all’amore, alla bellezza di un paesaggio, di una scultura, di un affresco, contemplando la natura, o più semplicemente vivendo ciò che più ci piace. L’estasi rappresenta il grande godimento che si sprigiona dentro e fuori di noi. E’ un momento di massima realizzazione in cui ci sembra di essere fuori di noi, talmente siamo trasportati verso qualcosa di soprannaturale. A volte cerchiamo questo magico momento, ma non lo troviamo. Eppure è lì, nascosto in noi, sommerso nel nostro recondito, ma non riusciamo a coglierne l’attimo: perché? Perché, nonostante le situazioni e i luoghi in cui ci troviamo, che talora ne enfatizzano la nostra anima, non partecipiamo con il cuore, siamo distratti e abbiamo maledettamente fretta. Già, la fretta: ma di andare dove? Di fare che cosa? Sembra quasi che abbandonarsi anche solo per un attimo alla riflessione e alla meditazione, sia soltanto tempo sprecato e ci dimentichiamo che, pur tra una fretta e l’altra che la vita c’impone, c’è pur sempre un piccolo spazio riservato alla nostra realizzazione. E’ vero, la vita di tutti i giorni non ci aiuta a migliorarci sotto il profilo interiore, si bada al materiale, all’essenziale e non abbiamo tempo, o voglia, di coltivare ciò che all’apparenza ci sembra superfluo e spesso inutile. E’ uno dei mali del nostro tempo, in cui l’uomo è alla continua ricerca di se stesso, preso com’è dall’incalzare delle ansie propinate da una quotidianità che non è certamente amica dei sentimenti. E così facciamo comunemente ricorso al fatuo materialismo, dando costantemente spazio a ciò che ci sembra di primaria importanza. Certo, è vero che non si vive di sogni, di riflessioni, di realizzazioni dell’anima, della cura dell’intrinseco, ma tutte queste manifestazioni ci aiutano a vivere con migliore qualità. Abbandonarsi all’estasi, se percepita anche solo poche volte nella vita, aiuta a fortificare la nostra difficile quotidianità perché essere rafforzati nello spirito significa irrobustire anche il nostro corpo. L’alba e il tramonto, la nascita di un bambino, svegliarsi al mattino, la fede in Dio, non sono cose scontate e da sottovalutare semplicemente perché appartengono alla routine quotidiana, ma sono da apprezzare, custodire e coltivare come un patrimonio donatoci fin dal giorno in cui siamo venuti al mondo. Per noi, per gli altri e per le generazioni che verranno, portiamo avanti questo stile di vita per nulla fatuo ma concreto nel migliorare ciò che si sta deteriorando.

Salvino Cavallaro

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