E adesso ci si è messo pure il bel tempo… Ma stiamo a casa!


Come siamo cambiati in poco tempo. E chi l’avrebbe mai detto! Quello che prima del Coronavirus non ci piaceva, adesso ne facciamo tesoro. La passeggiata all’aria aperta è diventata una cosa che desideriamo ardentemente, ma non si può fare perché dobbiamo stare diligentemente a casa nel rispetto degli altri e di noi stessi. Privazioni che fanno soffrire, che limitano la libertà dell’essere umano ma che sono necessarie, anzi indispensabili. E così lo sguardo oltre la finestra, i raggi del sole, il cielo splendidamente azzurro, il venticello lieve che avverte l’arrivo della dolce primavera, i colori dei fiori appena sbocciati, quasi ti fanno arrabbiare perché pensi che se almeno ci fosse cattivo tempo verrebbe meno voglia di uscire. Beffardo anche l’andamento meteorologico, che in tempi normali e con il bel tempo di questo periodo di Pasqua, ci avrebbe consentito di fare cose che oggi non possiamo fare. E allora rimpiangi pure quelle giornate uggiose in cui la pioggia battente scivolava sui vetri della tua finestra e dava momenti di tristezza perché limitava la tua libertà. Ma com’è beffardo il destino che ci mette di fronte a considerazioni di questo genere. Oggi restare a casa è fondamentale. Eppure questo bel tempo portato dall’alta pressione che si è instaurata su tutta l’Italia è tentatore nell’aumentare l’ansia di una condizione che limita la resistenza. Ma poi che c’importa se piove o c’è il sole! In questo periodo la resistenza a rispettare le limitazioni della libertà umana sono nulla a confronto del rispetto della vita, del ricordo di chi non ce l’ha fatta e di chi sta soffrendo in ospedale perché attaccato dal virus. E allora troviamo qualcosa di positivo in quello che abbiamo, che stiamo vivendo anche tra uno scoramento e l’altro, tra momenti di malinconia che ci assalgono improvvisi e ci fanno soffrire. Dai, andrà tutto bene!

Salvino Cavallaro

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