Addio a Franco Lauro, giornalista sportivo della Rai


 –  Foto: Franco Lauro.
Aveva 58 anni ed è stato colpito da un malore improvviso in casa sua. Non lo conoscevo
personalmente, ma sulla base della testimonianza di colleghi e amici che l’hanno frequentato
dal punto di vista professionale e umano, il ricordo di Franco Lauro è unanime per quanto
riguarda il personaggio capace di ispirare valori etici e su una professione, quella di
giornalista, spesso interpretata in maniera forse un po’ lontana su quelli che sono i principi
della deontologia impartita dall’Ordine professionale. Ecco, direi che Franco Lauro è stato
l’espressione diretta di attaccamento al lavoro, di maniacale ricerca di restare sempre sul
pezzo ed essere preparato sui vari punti del mondo sportivo. Una cosa mi resta di lui, ed è
l’eleganza da gentiluomo, l’attenzione verso gli ultimi, di chi soffre e non appare mai perché
non gli è data voce. Qualcuno un po’ superficiale potrà pensare squallidamente che certi
pensieri manifestati pubblicamente non hanno nulla a che fare con il calcio, il basket e i vari
personaggi da raccontare che gravitano nel mondo dello sport. Non è così, perché Franco
Lauro oltre a informare lo sport in Rai, aveva un qualcosa in più che era connaturato con il suo
modo d’essere, il quale apparteneva direttamente al suo DNA: la gentilezza e la sensibilità.
E come dimenticare quella sua bellissima frase capace di lasciarti dentro un solco profondo di
pensiero affettuoso, quando al termine di ogni trasmissione era solito dire:
“Un saluto affettuoso a chi ci guarda dagli ospedali e dalle case di cura”.
Una forma particolare di umanità giornalistica che mancherà a Rai Sport e a noi che abbiamo
condiviso attraverso l’idem sentire l’interpretazione di un giornalismo che amiamo perché è capace
di raccontare i vari temi trattati con l’umanità di chi si ricorda che chi ti guarda o ti legge ha bisogno di
sentirsi coinvolto e mai dimenticato. Per anni ha raccontato in Rai le emozioni del basket e poi
commentato 8 Olimpiadi estive e una invernale, quella di Torino 2006, oltre a 6 mondiali di
calcio. Franco Lauro è stato un professionista da ammirare, perché anche noi che svolgiamo la
sua stessa attività giornalistica sulla carta stampata o in web, possiamo nel suo ricordo
imitarne l’esempio e dare continuità al principio di una professione che parte e finisce
dall’umanizzazione di ciò che si fa. Ciao Franco, grazie per averci fatto riflettere che lo sport
vissuto e raccontato si interseca sempre alla vita.
Salvino Cavallaro
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