L’estate dei menefreghisti da Cov – Sars 2


Distanze da rispettare, mascherine da indossare e limitazioni da valutare con molta attenzione anche all’esterno di edifici e stanze chiuse. Un decalogo dimenticato, o per meglio dire, volutamente dismesso dal nostro cervello, fin dal tempo in cui il lockdown ci ha messo a dura prova. Quasi una rivincita della gran massa di persone che ha sopportato la pesantezza della clausura, per buttarsi poi a capofitto nel carnaio delle spiagge d’Italia e estere. Malta, Spagna, Croazia, Francia, sono mete molto ambite dai giovani italiani, i quali dopo essersi liberati da ogni condizionamento psicologico sono andati incontro alla vita da vivere con ostentazione, irresponsabilità e libertinaggio di atteggiamenti sociali. Come se nulla fosse stato, come se tutto non fosse volutamente ascoltato per vivere l’estate sfrenata, fresca, giovane, tra voglia di abbronzarsi in spiaggia senza limite di distanziamento, e poi i balli serali, le movide notturne e il desiderio di non privarsi di niente. E’ l’estate 2020, anno bisestile che sta scrivendo la storia terribile di morti in tutto il mondo a causa del Cov- Sars 2. Eppure l’Istituto Superiore della Sanità, a partire dal 31 maggio scorso, è stato molto chiaro sulle linee generali da seguire in special modo in sede di balneazione e di divertimenti notturni, che d’estate trovano l’apice del divertimento tra i giovani. Pochi controlli, distanze che riassumono il senso del fai da te e divieti che in genere sono stati infranti da un menefreghismo dilagante che sa molto di ignara coscienza della realtà. Si chiama anarchia, l’atteggiamento di chi non rispetta le regole e si vanta di non tenerle in considerazione. Anche là dove è palese l’autodistruzione di sé e il contagio verso gli altri. E’ il virus che ha smascherato l’ipocrisia umana che solo apparentemente è rispettosa degli altri, ma che poi all’atto pratico si comporta in maniera sconsiderata e per nulla attenta a preservare la salute e l’economia dell’Italia e del mondo. Piccole grandi vipere di cattiveria umana, che non si ferma contro niente e nessuno. Morte tua, vita mia! E’ l’antica illusione che mai muta nella sua sostanza e che non ti fa riflettere su tutto ciò che fai agli altri e che presto o tardi si ritorcerà su di te. Non ci vuole una scienza per capire che sono i nostri comportamenti a fare avanzare il virus della morte sociale ed economica del mondo e che ogni fallimento nostro e quello di tutti. Forse non è bastato tutto ciò che abbiamo sofferto nei terribili giorni del lockdown . Tutto dimenticato, tutto rimosso negli angoli più reconditi del nostro io più profondo. Siamo noi, siamo quelli che diciamo, pensiamo elegantemente e poi in maniera rozza tramutiamo in inaccettabile comportamento quotidiano nella vita di sempre. Così, settimana dopo settimana, il pericolo del ritorno al recente passato fatto di infezioni da Covid 19 e morti ,si fa sempre più reale. Le statistiche parlano chiaro. Il virus continua a circolare perché siamo suoi complici. E dire che basterebbe davvero poco per non arrivare a quell’estremo già vissuto, in cui la vita non ha assunto nessun valore neanche al cospetto della morte più cruda.

Salvino Cavallaro

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