Dedicato a “Quelli sotto la rotonda” di Milazzo


Questa mattina leggendo i numerosi messaggi di arrivederci pubblicati sul gruppo de “Quelli sotto la rotonda” di San Papino a Milazzo, ho pensato quanto sia malinconico ma bello il messaggio di arrivederci al prossimo anno, inteso come stessa spiaggia – stesso mare. Un appuntamento diventato ormai una piacevole abitudine di un gruppo di amici sostenitori di goliardia che puntualmente si ritrovano d’estate in uno stretto riquadro dell’immensa spiaggia di Ponente là dove, sistemati gli ombrelloni e sedie sdraio comincia tutto un iter che ben si concilia con il senso di amicizia fatta di allegria, sfottò, scherzi, che hanno il gusto dell’estate spensierata. C’è chi arriva dalla vicina Barcellona Pozzo di Gotto, chi da Bergamo, da Torino, da Garino, da Catania, da Treviso e anche dalla stessa Milazzo, la città che accomuna tutto il gruppo per diversi motivi. Chiari intenti legati a un ritorno alle proprie radici che l’estate enfatizza tra la voglia di mare, di spensieratezza, di goliardia e tutto ciò che si traduce in un vivere la realtà di un gruppo in cui pur nella sua forma di distinguo tra caratteri e personalità diverse, ben si concilia all’accomunarsi nell’intento di formare una unione che sa di un unico sentire. E’ la bellezza di una iniziativa spontanea che oggi, nell’anno del covid, assume più che mai un grande immenso valore nel desiderio di unirsi per combattere – forse anche inconsciamente – i pericolosi pensieri di sfiducia verso un mondo che non aiuta a vivere sereni. E’ l’estate di quel ritorno alle origini milazzesi fatto d’incontro e appuntamento quotidiano in quell’immensa spiaggia di Ponente che per questo gruppo si trasforma in un piccolo fazzoletto di spazio, in cui emerge il desiderio di stare vicini vicini. Un bagno nell’azzurro e trasparente mare, piccole nuotate e tanto parlare che si traduce in quel “cosa si dice, cosa si fa” tipico di chi ha tanta voglia di comunicare e relazionarsi.

Tutto si svolge alle spalle del chiosco di Piazza San Papino, si scende dalla scaletta – rigorosamente ripristinata con l’interesse privato dei componenti di tutto il gruppo che si impegna annualmente anche nella ripartizione della spesa sostenuta per il rifacimento – e poi si volge lo sguardo nell’individuare il luogo (sempre lo stesso) in cui ci si riunisce per l’iter quotidiano. L’abitudine dice che questo incontro avvenga sempre tra il mattino e il ritorno a casa per il pranzo intorno all’una. Poi la dormitina pomeridiana, l’incontro in Marina Garibaldi e a fine settimana granita con brioche col “tuppo”, oppure una lunga tavolata per “pizzata” in tutta amicizia. E chissà perché, questo modo d’essere e di interpretare il senso di fare insieme tante cose, mi fa pensare a ”Ciascuno a suo modo” di Luigi Pirandello, non certo per il significato dell’opera data dal drammaturgo siciliano, ma per una mia interpretazione personale nel significare l’amicizia e l’unione di questo gruppo chiamato “Quelli sotto la rotonda” che nonostante sia composto da persone diverse nel profondo del proprio essere,ci si accetta benevolmente nella voglia di passare assieme l’estate dei bagni, del mare, del sole e dei reciproci sfottò. “Ognuno a suo modo” è scritto sul campanile della chiesa di Coazze, il paesino vicino Torino, in cui soggiornò tanti anni fa Luigi Pirandello. Molti sostengono che fu proprio lì che nacque l’ispirazione a questa opera pirandelliana del 1924 tradotta poi in commedia suddivisa in due spazi specifici differenti: il palcoscenico da un lato, mentre dall’altro ci sono i luoghi utilizzati dal pubblico come l’ingresso, il foyer e la sala. Qualcuno mi dirà: “Ma qual è il nesso con quelli sotto la rotonda”. E’ vero, sostanzialmente non esiste.

Tuttavia, chissà perché, nella mia fantasia associo il palcoscenico al mare, mentre dall’altro mi viene in mente l’ingresso in spiaggia, il foyer come attesa per arrivare al luogo d’incontro e la sala che è la metafora dell’assistere agli scherzi e agli sfottò quotidiani degli attori del gruppo. Tu perché arrivi da Torino, Garino, Bergamo, Treviso, Catania, Barcellona P.G. Milazzo, con vedute magari diverse e differenti modi di interpretare la vita costruita su basi originate da una quotidianità forse anche imposta da culture dissimili tra loro ma uguali nel desiderio di incontrarsi, accettarsi e stare insieme. E’ l’estate di Milazzo. E’ la gioia di rivedersi dopo un anno – magari con qualche ruga in più – e poi salutarsi alla fine della stagione con l’arrivederci che sa di promessa. Questo è lo spirito di “Quelli sotto la rotonda” di Milazzo, tra l’azzurro del mare e l’allegria spontanea dei vari componenti. Ognuno a suo modo, ma uniti!

Salvino Cavallaro

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