MAXI OPERAZIONE CON SCAMBIO DI 26 DETENUTI TRA ITALIA E ROMANIA


 – DECISIVO IL LAVORO DEL SERVIZIO PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE DI POLIZIA DELLA CRIMINALPOL-

 

Sono in totale 26 i latitanti arrestati che ieri Italia e Romania si sono scambiati.

L’operazione, condotta dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP) della Direzione Centrale della Polizia Criminale, guidata dal Prefetto Vittorio Rizzi, sottolinea ancora una volta la stretta collaborazione operativa tra le polizie dei vari Paesi, in questo caso con i collaterali rumeni, per un’Europa più sicura.

Con un volo charter Roma-Bucarest partito ieri mattina all’alba da Fiumicino, sono stati consegnati alle autorità romene 11 uomini e due donne, già detenuti in Italia, con curriculum criminali che annoverano furti, rapine, sfruttamento della prostituzione e violenze sessuali, e che sconteranno il resto delle loro pene detentive nelle carceri rumene.

Tratta inversa, Bucarest-Milano Malpensa, invece, per altrettanti ex latitanti, 10 uomini e 3 donne, ricercati dalla giustizia italiana, arrestati in Romania dove si erano rifugiati nel tentativo di sfuggire ai mandati d’arresto europei emessi da nove Procure nazionali (Brescia,  Genova, Modena, Padova, Pistoia, Reggio Calabria, Spoleto, Torino e Trento), anch’essi con profili criminali di tutto rispetto che riguardano i reati contro il patrimonio e la violenza sessuale, l’istigazione e il favoreggiamento della prostituzione, la riduzione in schiavitù, i maltrattamenti, le truffe informatiche e il riciclaggio.

Nel dettaglio, si tratta di:

–              Ana Maria SERES, 36 anni, rumena, deve scontare 2 anni e 2 mesi di carcere inflittole dal Tribunale di Torino per violenza sessuale continuata aggravata, bloccata grazie alle attività investigative della locale Questura. Particolarmente crudeli i dettagli posti a base della motivazione della condanna: la SERES, con la complicità del compagno, ha abusato sessualmente, più volte, di un minore connazionale affetto da disabilità, affidatole affinché se ne prendesse cura;

–              Marius DONOSE, 50 anni, rumeno, deve scontare 8 anni di carcere comminati dal Tribunale di Modena, per prostituzione minorile, istigazione e favoreggiamento della prostituzione in concorso;

–              Mircea Valentin BALTAT, 52 anni, rumeno, deve scontare 5 anni e mezzo di carcere a seguito di un ordine di esecuzione pena emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto per una serie di furti aggravati compiuti in varie parti d’Italia, cui ha messo fine l’attività investigativa della Polizia di Stato;

–              Viorel LACATUS, 52 anni, rumeno, deve scontare 6 anni e 4 mesi di carcere a seguito di un ordine di esecuzione pena emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria per riduzione in schiavitù, ricettazione e maltrattamenti. Molto grave, anche in questo caso, il quadro giudiziario: LACATUS è stato condannato grazie agli elementi raccolti dai militari della Stazione Carabinieri di San Luca (RC), in base ai quali è risultato che l’uomo aveva ridotto due minori sue connazionali in stato di assoluta soggezione, ricorrendo a minacce e violenze, costringendole a svolgere da sole attività di accattonaggio per strada, con turni massacranti, facendole poi vivere in condizioni igieniche estremamente misere e precarie;

–              Aurel Marin ROSU, 26 anni, rumeno, deve scontare circa due anni di carcere inflittigli dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze per una serie di furti aggravati; ROSU era già noto agli inquirenti per aver effettuato varie effrazioni in provincia di Rovigo rubando materiale elettronico in svariati centri commerciali e l’attività criminale è stata interrotta dall’azione dei Carabinieri della provincia di Firenze;

–              Gheorghe PAUN, 47 anni, rumeno, nei cui confronti il G.I.P. presso il Tribunale di Pistoia ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per una serie di furti con destrezza effettuati con un complice, già arrestato, sui treni che percorrono la tratta locale Montecatini Terme – Pistoia: le indagini sono state svolte dalla Polizia Ferroviaria pistoiese che ha incastrato la coppia di ladri grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza a circuito chiuso delle stazioni;

–              Sandor Csaba VARGA, 39 anni, rumeno, colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Trento, per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine a mano armata. VARGA era stato indagato nell’ambito dell’Operazione “TROJAN”, risalente al 26 maggio scorso, condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Trento, coordinata dalla locale Procura, in sinergia con lo SCIP e la Polizia romena, a conclusione della quale sono stati arrestati tutti e sette i componenti della banda che operava tra Italia e Romania;

–              Costel  TOLEA,  49 anni, rumeno, colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Brescia per rapina aggravata e lesioni volontarie, sul cui operato criminale ha investigato la locale Questura;

–              Costica PALADE, 42 anni, rumeno, deve scontare 5 anni e tre mesi per un ordine di esecuzione pena comminatogli dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Padova per una serie di furti aggravati, interrotti dall’attività investigativa del locale Comando Carabinieri;

–              Florin UNGUREANU, 52 anni, Daniela UNGUREANU, 49 anni, Ion ISPAS, 37 anni, e Iuliana Estera GREC, 25 anni, tutti e quattro rumeni, sono stati colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Genova, per associazione per delinquere finalizzata al compimento di truffe informatiche e riciclaggio, tutti indagati nei mesi scorsi dalla Polizia Postale del capoluogo ligure nel corso di un’operazione a contrasto delle truffe informatiche; i quattro facevano parte di una più ampia rete di truffatori composta da una dozzina di soggetti, tra cui un criminale di spicco già appartenente al famigerato clan dei Casalesi, che effettuava finte vendite di prodotti su falsi siti di e-commerce, con un giro d’affari di circa venti milioni di euro l’anno. Il denaro, una volta prelevato in contanti dal conto corrente di accredito su cui gli ignari acquirenti effettuavano i pagamenti, per prodotti mai ricevuti, veniva portato in Romania con un furgone per essere poi riciclato in Italia e all’estero sotto forma di acquisizioni immobiliari.

Con la conclusione dell’attività odierna sono 163 i detenuti, rintracciati dallo SCIP e riportati in Italia, dal 1 giugno a oggi, dopo la ripresa seguita al blocco dei collegamenti internazionali a seguito della pandemia di Covid-19.

Articoli simili