I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Pordenone hanno condotto una complessa attività d’indagine delegata dalla Procura della Repubblica di Pordenone, che si è conclusa, in una prima fase, con la denuncia di un soggetto residente per esercizio abusivo della professione di commercialista, nonché per i reati di falso ed appropriazione indebita. Il “professionista”, in particolare, è accusato di aver svolto per anni, senza averne i titoli e le abilitazioni, l’attività di commercialista attraverso un “centro elaborazione dati” che, però, era abilitato per la sola, mera trasmissione delle dichiarazioni fiscali. Lo stesso operava, peraltro, con modalità poco chiare, ovvero indebitamente incamerava il denaro ricevuto dai propri assistiti, perché venisse corrisposto all’Amministrazione Finanziaria; al fine di “coprire” gli omessi versamenti modificava le attestazioni di avvenuto pagamento all’Erario (che consegnava ai clienti) certificando, in particolare, inesistenti compensazioni dalle quali apparentemente non si rilevavano debiti erariali. Solo successivamente, con la notifica delle cartelle esattoriali da parte dell’Amministrazione Finanziaria per gli omessi versamenti di imposta, emergeva il raggiro; sono circa 25 le persone vittime di tali condotte, alcune delle quali hanno presentato formale querela, per appropriazioni di denaro pari a circa 400.000 euro. A seguito di ulteriori attività investigative si scopriva che lo stesso “falso commercialista” era un evasore totale e che aveva occultato al Fisco, nel periodo dal 2014 al 2018, oltre un milione di euro di ricavi non dichiarati. Sempre nel corso dei medesimi approfondimenti, le Fiamme Gialle pordenonesi, grazie al pentimento ed alla collaborazione del professionista, spostavano la lente anche sui suoi clienti; difatti se molti risultavano mere parti lese delle condotte, altri, in realtà, erano anch’essi dediti ad occultare i propri redditi, anche con modalità di tipo fraudolento. Tra questi una società con sede in Pordenone, operante nel settore del web marketing risultata non dichiarare ricavi per per oltre due milioni euro mediante la contabilizzazione di fatture per operazioni inesistenti pari a circa 900.000 euro. Nei confronti dei due rappresentanti di tale società, indagati per reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta mediante il loro utilizzo, su richiesta della Procura della Repubblica di Pordenone il Giudice per le indagini Preliminari ha emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente fino alla concorrenza di 413.000 euro pari al profitto conseguito attraverso il mancato pagamento delle imposte. Uno di questi ultimi indagati è stato, infine, destinatario di un provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari, assunto dal Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta della Procura della Repubblica di Pordenone, per reati di lesioni personali aggravate e di tentata induzione a rendere dichiarazioni mendaci avanti all’Autorità Giudiziaria. Lo stesso, infatti, dopo la contestazione delle evasioni fiscali, aveva aggredito in un locale pubblico, mandandolo all’ospedale, il sedicente commercialista, ritenendolo responsabile delle attività ispettive della Guardia di Finanza.
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