La Juve che ti aspetti


  — Pirlo- Allenatore – Juve.

Facendo la somma (non di punti) ma di gioco tra Crotone, Roma e Verona con intermezzo di Sampdoria e Dinamo Kiev, è lecito suonare un campanello d’allarme per la squadra di Pirlo. La Juve palesa difficoltà di concentrazione e pareggite che potrebbero complicare la corsa al decimo scudetto consecutivo. Perdere terreno dall’alta classifica non è da Juve e, soprattutto, non si confà a una mentalità provinciale che da sempre non è di casa alla Continassa. D’altra parte, pur rimarcando l’assenza momentanea di CR7, era prevedibile che la nuova Juventus affidata al neofita Andrea Pirlo in veste di allenatore, avesse bisogno di un periodo più o meno lungo per riconoscersi in un gioco nuovo, diverso da quello adottato da Maurizio Sarri. Contro il Verona, mettendo in conto la sfortuna dei due pali colpiti da Cuadrado e Dybala, il rigore non assegnato a Bernardeschi – che nel gioco del calcio ci stanno pur – si è evidenziata la difficoltà di concentrarsi per cercare di superare l’avversario. Un problema che mette in risalto soprattutto un centrocampo che manca di un coordinatore illuminante di gioco. Insomma, proprio un Pirlo giocatore che non vediamo in quel settore di centrocampo che è il fulcro del gioco del calcio. Il trait d’union che lega difesa e attacco e che resta da sempre l’equilibrio nell’attaccare e nell’interdire. Ma fra tutte queste problematiche emerse nelle prime partite di campionato, peraltro non nuove a quello che ci si aspettava, viene alla luce il passo lento di Artur, la confusione tattica di Rabiot che manifesta esitazioni e personalità, l’evanescente Bernardeschi che fa rimpiangere Chiesa e un Ramsey che tutto sommato resta il meno peggio di una compagnia di centrocampo che brancola nel vuoto. Le uniche note liete le abbiamo riscontrate nella novità tattica di Bonucci in una posizione più avanzata e presente nell’appoggio a centrocampo, con compiti di ordine tattico nel gestire per vie verticali azioni atte a costruire occasioni da gol. Sembrerebbe questa una delle novità di Pirlo allenatore e cioè un giocatore dai piedi buoni che possa fare da spola tra la parte centrale della difesa e il centrocampo. E mentre Kulusevski dà profondità al gioco della Juventus, mostrando ottima forma fisica e conquistando la sua titolarità di ruolo, Morata e Dybala si alternano in fase d’attacco con il reciproco desiderio di trascinare la squadra. Tuttavia, in tutta questa analisi poco positiva della Juve di Pirlo, ci sembra giusto apprezzare un Verona venuto a Torino con il chiaro intento di proporre una partita maschia e vigorosa dal punto di vista tattico e tecnico. Scontri decisi, talora pure oltre il limite del regolamento, hanno determinato la convinzione della squadra di Jvan Juric di mettere alle corde una Juve spesso bisognosa di essere maltrattata per poter reagire. Una squadra, quella di Juric, imbottita di giovani calciatori per nulla spaventati al cospetto del più titolato avversario. Dunque un 1 a 1 che non accontenta nessuno e fa recriminare ambo le squadre per non avere vinto la partita. Adesso per la Juve si prospetta la partita di Champions contro il Barcellona all’Allianz Stadium. Ci sarà Messi ma non ci sarà Cristiano Ronaldo ancora positivo al Covid. E intanto resta l’enigma Juve. Migliorerà con l’andare del tempo, oppure è destinata a restare incompiuta?

Salvino Cavallaro

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