Contro il Barcellona, una Juve inguardabile, noiosa e soporifera


Chi sosteneva (noi fra questi) che la Juve di Allegri fosse lenta, noiosa e inguaribilmente sorpassata nel suo incedere più difensivo che propositivo, dopo avere visto Juventus – Barcellona di Champions League si dovrà ricredere per valutazioni che forse andavano riviste con più calma. Ma anche la Juve di Maurizio Sarri non è stata all’altezza del calcio spettacolo promesso ed è caduta nel vortice di non ritorno attraverso un gioco sviluppato per vie orizzontali dove troppi sbagli avvenivano soprattutto a centrocampo. Due periodi storici (breve quello di Sarri durato solo un anno) in cui si sono vinti scudetti e tentato in qualche modo di vincere la Champions con alterni risultati. Da quest’anno Andrea Agnelli ha preso la palla al balzo ed ha affidato la squadra ad Andrea Pirlo, neo allenatore destinato in primis ad allenare la Under 23 della Juve. Una scelta che è apparsa subito scontata, visti i buoni rapporti che legano i due personaggi da sempre. Ma la simpatia, la stima per l’uomo e l’ex campione, non avrebbero dovuto condizionare le scelte del presidente della Juventus nel decidere di affidare la squadra a un allenatore senza alcuna esperienza. Una mancanza di maturità da coach che fa la differenza in negativo, soprattutto in considerazione del fatto che la squadra è stata formata da giovani e inesperti calciatori neofiti in campo europeo. C’era una volta la Juve che con il suo stile programmatico inseriva i giovani calciatori di sicuro interesse in una squadra formata da campioni. Era un modo per non “bruciarli” (così si diceva per non pederli sul nascere). E adesso cosa si fa? Si buttano dentro i ragazzi allenati da un ex campione di calcio mai seduto in panchina. Non sappiamo se definirlo coraggio o autolesionismo nell’avanzare una proposta assurda che, secondo il nostro punto di vista, risulta rischiosa a livello d’immagine. La Juve è quella squadra d’Italia che ha l’obbligo di vincere, quindi, nell’anno in cui arriva seconda o non va in finale di Champions, si deve intendere come una sorta di fallimento. Ma la Juve di quest’anno ha un campione su tutti che è Cristiano Ronaldo ben pagato e viziato fino all’eccesso, tanto è vero che gli ha prosciugato le casse. Gli altri, a parte Chiellini, Bonucci e Dybala su tutti, si arrabattano per conquistarsi un posto al sole senza che il gioco stesso di squadra venga impartito in modo funzionale da chi, come Pirlo, non può darlo per inesperienza. Ecco, secondo noi la Juve è tutta qua. Inesperta e lenta nel suo incedere che non può competere con il calcio moderno prodotto in Europa. Dal punto di vista atletico, tattico e della vivacità di gioco, riteniamo che l’Atalanta contro l’Aiax abbia dato un saggio di calcio che la Juve contro il Barcellona di Messi non ha saputo dare. E’ vero, tre gol per fuorigioco annullati a Morata, pesano nel computo di una partita che ha mostrato gravi lacune fisiche, mentali e di squadra, in un centrocampo mal assortito e privo di menti pensanti. Molti incontristi che spesso sbagliano il tempo di entrata sull’avversario ed accumulano cartellini gialli che diventano rossi con troppa facilità. E’ l’inesperienza globale. E’ l’autolesionismo della prima pluri scudettata società di calcio italiana, che da quest’anno ha deciso di cambiare la sua classica immagine vincente. Durerà Pirlo fino alla fine? Chissà, vedremo cosa succederà.

Salvino Cavallaro

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